I sogni influenzano ed esaltano la vita, ma non la definiscono.

I sogni sembrano reali fino a quando ci siamo dentro... Solo quando ci svegliamo, ci
rendiamo conto che c'era qualcosa di strano!
(Inception)

venerdì 30 marzo 2012

Un giorno da 48 ore

In fondo cosa chiedo? Mica ho detto un giorno da 100 ore? Solo 48 ore, giusto il doppio di 24, così che riesca a fare anche quello che voglio e non solo quello che devo. 
Sono 3 mesi a questa parte che non ho un attimo di respiro, corri qui, corri là e poi mi si accumulano le cose da fare, al lavoro e a casa.
Ho mille progetti per la testa che vorrei realizzare, ma non riesco e poi...e poi quando mi imbatto nella mia droga preferita, ossia i telefilm, è la fine...prendono tutto il mio tempo libero ed oscurano il resto delle cose.
Adesso, per esempio, sono in strafissa con One tree hill, c'è un rapimento in atto e sto divorando gli episodi uno ad uno. 


Chiedo scusa, quindi, per la mia assenza dai vostri blog, prometto che mi rimetto al passo prestissimo, appena liberano Nathan Scott ed il mio cuore si tranquillizza! Se non lo liberano o finisce male non lo so che combino!


INTANTO NE APPROFITTO PER AUGURARE A TUTTI VOI UN SERENO WEEKEND!!!



domenica 25 marzo 2012

50 e 50

 

Sono appena stata al cinema ed ho pensato: 
"Perché non parlare a caldo di 50 e 50?". 
Ed eccomi qui.
Se dovessi descriverlo in una sola parola utilizzerei emozionante
Sì, perché di emozioni ce ne sono di tutti i tipi: affetto, paura, rabbia, commozione, felicità.
La storia, detta così, può intimorire:  Adam (Joseph Gordon-Levitt), 27 anni, ha un lavoro, una casa, una ragazza, ma, purtroppo, scopre di avere un cancro alla spina dorsale. 
La sua vita cambia in un attimo: chemio e terapie con le dovute conseguenze. 
La casistica parla di un 50% di possibilità di sopravvivenza. 
A questo punto, molti, al solo sentire questo input, diranno: "No, non mi va di deprimermi". 
Ma è questo il bello di 50 e 50: è fatto talmente bene che non deprime affatto. 
Importantissimo il ruolo giocato da Kyle (Seth Rogen), l'amico di sempre, che sdrammatizzerà diverse situazioni tristi con battute esilaranti. 
In un momento, ad esempio, ero convinta di scoppiare a piangere invece, grazie a Kyle, sono scoppiata a ridere.

 

E' un film introspettivo, riusciamo ad entrare nella testa di Adam solo osservandolo, riusciamo a sentire la sua paura ed il suo essere incazzato, anche se lui non vuole ammetterlo; noi spettatori riusciamo a sentirlo.
Alla sua prima chemioterapia, dopo aver mangiato biscotti all'erba offertigli da un altro paziente, uscirà beato e ridente, ricordando molto il Tom del meraviglioso (500) giorni insieme, interpretato dallo stesso Gordon-Levitt.


Adam, una volta scoperto il cancro, inizierà delle sedute da una terapista alle prime armi, Katherine (Anna Kendrick), che, seppur partendo in modo buffo e impacciato, si rivelerà indispensabile per lui.

 
I genitori di Adam, madre ossessiva e padre malato di Alzehimer, saranno un altro espedientre per stemperare un po' il dramma.


Credo che 50 e 50 sia da apprezzare soprattutto per questo: non è certo una commedia,visto l'argomento affrontato, ma si ride e si tratta sempre di risate spontanee che fanno stare bene. 
C'è una convivenza equilibrata tra dolore e gioia, lacrime e risate.
I protagonisti sono molto bravi e credibili. 


Joseph Gordon-Levitt (che per me è il gemello moro di Heath Ledger) lo tenevo d'occhio dal già citato (500) giorni insieme e, con grande piacere, me lo sono ritrovato in uno dei miei film preferiti: Inception.
Qui mi ha dato modo di apprezzarlo in un ruolo comunque difficile in cui se l'è cavata egregiamente. La colonna portante è, comunque, il grandioso Seth Rogen: la parte del cazzone gli si addice terribilmente e diverte da matti. Ed anche con lui mi sono commossa, perché è di una dolcezza sorprendente.
Mi è piaciuta molto anche la colonna sonora, adatta ad ogni momento particolare.

E basta...non voglio dire altro perché rischierei di raccontare troppo.
E' un film bellissimo, genuino, che aspettavo di vedere da mesi. L'attesa è stata ripagata alla grande
Consiglio a tutti la visione perché è un film di cuore che emoziona anche i più duri...ne ho avuto la prova tangibile, dal momento che l'amico che era con me si è asciugato gli occhi dicendomi: "Non dirlo a nessuno". 
Vabbè, qui non lo conosce nessuno e posso dirlo :P





giovedì 22 marzo 2012

Magnifica presenza

 

Ieri sera sono andata al cinema con delle amiche. 
Il film scelto: Magnifica presenza di Ferzan Ozpetek.
L'unica soddisfatta: io.
Sebbene già all'intervallo le mie amiche avessero avuto commenti negativi in proposito, io mi sono gustata questo film dall'inizio alla fine.
La storia è questa: Pietro, catanese trapiantato a Roma e aspirante attore, riesce a trovare casa a Monteverde. Una casa grandissima che può permettersi, nonostante il suo umile lavoro (inforna i cornetti la notte).


L'inganno però viene subito a galla: la casa è già abitata. E da chi? Da una compagnia teatrale, scomparsa però nel lontano 1943 e ignara della sua dipartita. 


Pietro si troverà, quindi, ad aiutare questi 8 fantasmi e a scoprire la verità sulla loro morte. 
Si creerà un legame tra di loro bizzarro, ma, comunque, molto forte. 
Rilevante nel loro rapporto anche l'album di figurine di Pietro, a cui manca la rarissima figurina numero 1, rappresentante Garibaldi.


Il personaggio migliore dell'intero film è Pietro, interpretato dal bravissimo Elio Germano, che con questo ruolo mi conferma sempre di più il suo talento. Complimenti a lui anche per la calata siciliana.
Interessantissimo il finale: un primissimo piano su Germano che dura tutti i titoli di coda. 


Secondo voi chi è l'unica persona rimasta seduta in sala ad ammirare Elio Germano in una scena comunque molto impegnativa, dal momento che non c'era stacco di ripresa? 
Ovviamente io, l'unica e sola. 
Non sopporto la gente che, appena appare la prima riga dei titoli di coda, si alza di corsa, come se all'improvviso avessero chissà quali impegni urgenti...e se il film finiva dopo 20 minuti? Andavano via prima? Molti, così facendo, a volte perdono scene che vengono intervallate ai titoli di coda.
Chiudendo questa parentesi, torniamo al film.
E' una storia nuova nel panorama italiano e quindi anche per questo mi è piaciuta.
Ozpetek unisce dramma, commedia e anche un pizzico di paura.
Ci sono scene sentimentali e commoventi e momenti divertenti, come quella in cui Pietro prende per mano il fantasmino Ivan (un pacioccone!) e lo rimprovera per essere uscito di casa, davanti agli occhi increduli dei passanti. 
Oppure il provino di Pietro che segue i consigli dei suoi amici fantasmi, sconvolgendo non poco il regista (interpretato da Daniele Luchetti) e gli assistenti e facendo una colossale figura di merda.
Divertente e molto realistico il rapporto con la cugina/non cugina Maria.

 
Buffa ed allo stesso tempo inquietante la parte iniziale, ossia quando Pietro si rende conto che c'è qualcosa di sinistro, fino a che poi si ritrova faccia a faccia (e che faccia!!!) con questi strani personaggi.
C'è una scena che mi ha ricordato le mie esperienze notturne: uno dei fantasmi, osserva Pietro mentre dorme, chino su di lui; succede anche a me la stessa cosa, ma purtroppo non si tratta mai di un fantasma innamorato, bensì di personaggi abbastanza terrificanti.


Azzeccatissime anche le musiche  composte da Pasquale Catalano. Qui un assaggio.
In conclusione non mi sento di consigliare a tutti questo film, vista la reazione deludente avuta dalle mie amiche. Sapete com'è, non mi voglio prendere responsabilità. 
Quello che vi posso dire è questo: a me il film è piaciuto e anche tanto.


martedì 20 marzo 2012

Lo sballo della tachipirina

Ieri sera, complice una cena in famiglia, abbiamo tirato fuori i classici aneddoti divertenti e mia madre mi ha ricordato della mia strana reazione alla tachipirina in età infantile.
Avete presente gli allucinogeni? La tachipirina per me aveva lo stesso effetto.


Ho realizzato, quindi, che ho avuto le mie prime allucinazioni già in tenera età e me le sono portate dietro fino al presente (qui e qui per i curiosi).

Avevo 4 o 5 anni, ma ricordo tutto perfettamente. Ero al letto con la febbre e la mia mammina mi aveva dato la tachipirina per farmi scendere il febbrone. 
Ad un certo punto ho visto la porta della camera che si apriva ed un mostro che si avvicinava a me. 
Più lui si avvicinava, più io urlavo disperata e piagnucolante: 
"Voglio mammaaa! Mammaaa!"
 Il mostro in questione, in realtà, era proprio la mia mammina, ma l'effetto tachipirina mi faceva vedere un orribile mostro. Lei, vedendomi urlare ed invocare il suo nome, si avvicinava per tranquillizzarmi, creando, però, l'effetto contrario. Povera mami! :)


In prima elementare, per un mese buono, ho vissuto con i miei nonni perché i miei sono stati via per un'importante operazione di mio padre. 
In quell'anno girava la cinese, un'influenza che ovviamente la sottoscritta non poteva lasciarsi scappare. E così mi sono ammalata. Mia nonna ovviamente era all'oscuro della mia reazione allucinogena alla tachipirina e per farmi abbassare la febbre: suppostina!
Ero sul divano, in sala, dormivo. Ad un certo punto mi sono svegliata e, guardando in faccia mio zio, ho iniziato a ridere (non ricordo cosa mi facesse tanto ridere!). Subito dopo, però, ho visto volteggiare in aria il tavolo e le sedie ed ho iniziato ad urlare come una pazza, ovviamente piangendo: 
"I fantasmiiii! I fantasmiii!"
Quella poverella di mia nonna, presa alla sprovvista, non sapeva come calmarmi. Alla fine mi ha portato in cucina, chiedendomi se anche lì ci fossero i fantasmi, e lì tutto era tranquillo e mi sono ripresa dallo shock.

Se qualcuno se lo stesse domandando: no, ad oggi la tachipirina non mi procura più questo effetto. 
Tra l'altro le allucinazioni ce l'ho da me, senza prendere niente, quindi...sarebbe anche inutile. :)

martedì 13 marzo 2012

Dieci piaceri per me posson bastare

In questi giorni su blogger circola una lista davvero interessante: 10 piccoli piaceri che fanno bene all'anima.
Ho letto tante belle cose ed avevo deciso che appena trovavo un po' di tempo mi sarei cimentata anche io.
Eccomi qui, quindi, a mantenere la promessa.
Per fortuna, e sottolineo per fortuna, non sono solo 10 le cose che mi fanno stare bene, ma taaantissime. Ed infatti ora sarà arduo scegliere.
Vediamo che ne viene fuori.

1) Addormentarmi in macchina durante un viaggio o sul divano davanti alla tv. Credo che in quei momenti riesca a fare delle dormite fantastiche. Infatti odio da sempre queste due frasi "Siamo arrivati" e "Vai a metterti al letto".


2) Giocare con il mio nipotino, vederlo ridere e divertirsi è una medicina efficace per il mio benessere.

ECCOMI INSIEME A MIO NIPOTE :P

3) Camminare per strada, musica nelle orecchie, guardare il panorama intorno, auto, persone, con una colonna sonora tutta mia.


4) Passare una giornata intera al mare con gli amici, ogni singolo momento mi fa stare bene. Dalla partenza assonnata all'arrivo in spiaggia alla ricerca di una buona postazione; dal primo bagno al primo panino; dal sonnellino sotto il sole alle chiacchierate sotto l'ombrellone. E poi il ritorno, tutti rossi e stanchi morti, ma c'è una felicità insita in noi che ci fa sorridere beati.



5) "Eccinque" vale a dire starnutire. Può sembrare assurdo, ma nell'attimo in cui starnutisco, soprattutto quando è uno starnuto che si è fatto attendere, mi sento completamente realizzata. 


6) Sognare. Fare sogni ad occhi aperti, chiusi, in qualsiasi modo sia, sognare mi fa stare benissimo.


7) Svegliarsi convinta che sia ora di alzarsi e rendersi conto che è ancora notte fonda. Goduria goduria goduria.


8) Uscire dal cinema o guardare semplicemente un film a casa e avere voglia di saltare di gioia per quanto è stato bello!



9) Scrivere a fine giornata la mia pagina di Moleskine. E' un piacere ogni singola volta, riempire quelle righe mi fa sentire viva.



10) Ridere, ridere per una cretinata, per una battuta, per una caduta, per una brutta figura, per una commedia, per un ricordo. Ridere a crepapelle, soprattutto quando sono in posti dove non si dovrebbe ridere. 
Ridere, ridere, ridere...perché, come cantavano a La sai l'ultima?,: 

"Ridere fa bene al cuore, ci vuole un po' di buonumore."



Termino qui la mia lista. 
E' quello che mi venuto in mente al momento, se la rifacessi domani probabilmente sarebbe diversissima. 
Però, devo dire, che anche fare questa lista mi ha fatto bene all'anima... del resto...


...BASTA POCO CHE CE VO'...

sabato 10 marzo 2012

Quasi amici - Intouchables

 

Ultimamente al cinema mi sta andando di lusso.
Ieri sera sono andata a vedere Quasi amici - Intouchables.
Mi era stato consigliato da molti amici, ne avevo letto in rete, ma non avevo visto né il trailer, né avevo letto la trama: volevo continuare a seguire il mio progetto dei film "a scatola chiusa".
Meraviglia delle meraviglie, mi sono trovata davanti un film davvero davvero davvero davvero niente male.
Già dalla scena iniziale sono rimasta colpita: una folle corsa  a tutto gas tra macchine in coda e una messinscena da Oscar.

Vedendo ora la locandina leggo che La Repubblica ed Il Corriere Della Sera scrivono rispettivamente:
"Si ride a crepapelle"  
"Un'amicizia che tocca il cuore e conquista".
Solitamente non mi fido troppo, ma stavolta devo dire che è tutto vero.
Ho riso tantissimo per le battute esilaranti del mio nuovo mito, Driss (Omar Sy), un ex detenuto che si ritrova ad improvvisarsi badante per Philippe (François Cluzet), un uomo paraplegico, che decide di affidarsi alle cure di quest'omone con modi di fare grotteschi. E mai scelta fu più azzeccata. Driss gli farà vivere esperienze uniche. Nascerà una splendida amicizia che va oltre le differenze sociali e fisiche.
Ci sono molti momenti divertenti. E poi che forza di volontà debole che ha Driss. Dopo ogni suo "Non lo farò mai" lo ritroviamo sempre a fare ciò che rifiutava.

  
Per quanto riguarda i sentimenti: il mio cuore è stato toccato durante tutto il film. 
Solitamente al cinema ho maggiore autocontrollo sulle mie lacrime, forse per via della gente che mi sta attorno, con le dovute eccezioni, certo.
Ieri sera ho lottato contro quelle lacrime che volevano scendere a tutta forza a rinfrescarmi le guance  (come se qui fossimo alle Hawaii e non a Campobasso city dove stare a un passo da 0°C è routine). 
Nel finale, però, non ho retto...mi è bastato uno scambio di sguardi e via lacrimuccia 1 e lacrimuccia 2 si sono divertite a scivolare.



Mi aspettavo un gran bel film, ma mai come stavolta le mie aspettative sono state inferiori alla realtà: Quasi amici è molto più di un gran bel film.
Tanto per cominciare è tratto da una storia vera e nel finale c'è spazio anche per i veri protagonisti della storia.
E' un film che affronta in maniera magnifica un argomento profondo: la paralisi dal collo in giù non è certo una passeggiata, e nonostante ciò, è grandioso vedere con quanto coraggio Philippe riesca a portare avanti la sua vita.
E poi la figura di Driss, un duro dal cuore d'oro, uno che sa scherzare con un paraplegico con battute sui paraplegici, a tal punto da riuscire a farlo sentire uno normale, uno per cui non bisogna provare pietà.
Un giusto mix di humour, gag e sentimenti. 

Uscendo dalla sala mi sono commossa nel vedere una signora che aggiustava la figlia sulla sedia a rotelle, in fondo, la storia del film non è poi così distante dalla nostra realtà.



giovedì 8 marzo 2012

The Artist


Oh, finalmente anche io posso dire di aver visto The Artist.
Lo aspettavo da tanto e finalmente nella mia città si sono decisi a metterlo, grazie ai 5 Oscar portati a casa.
Ci tenevo tanto a vederlo al cinema, un po' perché non m'è mai capitato prima d'ora di vedere un film muto sul grande schermo e un po' perché ne avevo sentito parlare tanto bene e volevo ammirare la magia del cinema, appunto, al cinema.

La storia è molto semplice: un attore del cinema muto, George Valentin (interpretato dal premio Oscar Jean Dujardin) , orgoglioso fino alla punta dei capelli, con l'avvento del sonoro si intestardisce a voler continuare con il muto e piano piano tutto il successo accumulato con i suoi fantastici film va a farsi friggere.
La presenza femminile del film, Peppy Miller (interpretata da Bérénice Bejo), è meravigliosa nella sua semplicità, la guardavo e mi veniva solo da dire "Che bella!".
The Artist  si lascia guardare con vero piacere, è un film sognante ed emozionante.
Credo che nessuna recensione riesca a rendere la magia che ne viene fuori.

Bellissima la scena in cui Peppy entra di nascosto nel camerino di George e, infilando il suo braccio nella giacca di lui, crea un gioco illusoria davvero divertente.


I due attori, poi, mi hanno letteralmente lasciato a bocca aperta con un tip tap strepitoso!
Per chi non l'avesse visto...


Durante la visione, però, devo ammettere che mi sono innamorata follemente del personaggio più bello di tutto il film: Uggie
L'ho adorato sin dal primo fotogramma, è dolcissimo, intelligentissimo e lo voglio a casa con me!!!
Eccolo qui, ma non è un amore?


Leggendo le recensioni, anche qui su blogger, devo dire che avevo aspettative molto alte e, di conseguenza, temevo per una grande delusione.
Per fortuna sono rimasta pienamente soddisfatta da The Artist e consiglio a tutti di vederlo.
Non ragionate come fanno nella mia città "Un film muto? Sai che palle!" ed infatti ieri in sala eravano solo in 6, tutte donne tra l'altro. Non sanno che gioiellino si perdono!

domenica 4 marzo 2012

In punta di piedi

Questo è un post nato da una mente folle, la lettura è a vostro rischio e pericolo.
La sottoscritta si solleva da ogni responsabilità.

Ieri ero sotto la doccia.
Inizialmente non esce mai l'acqua calda e così, ogni volta, mi ritrovo a mettermi il più lontano possibile dal getto, contro il vetro, e in punta di piedi, in attesa che l'acqua si riscaldi a dovere.
E ieri, mentre guardavo i miei piedi, mi è venuto in mente questo pensiero:
ma quanto sono forti le nostre dita?
Reggono tutto il peso del nostro corpo pur essendo così piccole.
Lo so, sono ragionamenti folli, ma ieri, per la prima volta, ho dato importanza a queste 10 creaturine che sono sempre state lì, ma che notavo, in maniera negativa, solo quando prendevo qualche spigolo.
Eppure da ex-ballerina dovevo capire da subito il loro valore.







Ecco quindi la mia Ode ad una parte del corpo che ignoravo. 
Grazie dita mie, esempio di fortezza.



Qui posto una scena di Titanic in cui Rose sfida i maschietti forzuti con la sola forza delle dita dei piedi.