I sogni influenzano ed esaltano la vita, ma non la definiscono.

I sogni sembrano reali fino a quando ci siamo dentro... Solo quando ci svegliamo, ci
rendiamo conto che c'era qualcosa di strano!
(Inception)

domenica 27 maggio 2012

P.S. I love you

 

Quando un film ti tocca il cuore.
L'amore per questo film è nato ancor prima che riuscissi a vederlo: mi piaceva l'idea e, quando finalmente me lo sono trovato davanti, tutte le mie aspettative sono state esaudite.
Oggi, in una solita domenica pomeriggio, ho voluto guardarlo nuovamente.
Adesso voglio mettere nero su bianco le emozioni che sto provando.
Holly e Gerry sono una coppia come tante, litigano, fanno la pace, si amano.
E' così che inizia P.S. I love you, con una supermega sfuriata, con urla e cattiverie, che sfocia poi in un bacio pacificatore, stretti in un abbraccio passionale.
Sembrerebbe un film come tanti, ma non lo è.
Nella seconda scena, infatti, assistiamo al bizzarro funerale di Gerry, in cui i presenti si fanno un cicchetto alla sua memoria. E l'aria da funerale svanisce.
Gerry, a soli 35 anni, lascia la sua Holly per colpa di un tumore al cervello.
Durante lo sfacelo totale, Holly si chiude in sé, non si lava, non esce, non vede nessuno.
Senza richiesta, però, arriva il giorno del suo 30° compleanno e, dopo l'arrivo di mamma e amici, a casa giunge anche un grande pacco per lei.
E' una torta ed è da parte di Gerry. Sul coperchio della scatola un piccolo registratore la invita ad ascoltarlo.



Ed ecco la voce di Gerry che la sorprende, le fa gli auguri e le svela che da ora in poi riceverà, in maniera misteriosa, delle sue lettere e tutto quello che dovrà fare sarà seguire alla lettera tutto quello che le verrà chiesto.
Attraverso queste lettere inizia, così, un viaggio nei ricordi: scopriamo com'era straordinario il loro rapporto, le litigate con ripicche, il fantastico momento in cui si sono incontrati, il loro primo bacio.


 Ed è difficile non innamorarsi di Gerry, un uomo fantastico che ha organizzato tutto alla perfezione per aiutare la sua adorata moglie ad affrontare la sua perdita.
Non racconterò altro del film perché credo sia ancora più favoloso guardarlo senza  conoscere altri dettagli.
Il cast mi è piaciuto tantissimo a cominciare da una dolcissima Hilary Swank (Holly), da un Gerard Butler (Gerry) nella sua forma fisica migliore e dalla straordinaria Kathy Bathes che interpreta la madre di Holly.
Ho ritrovato attori a cui sono affezionata perché provenienti dal mio amato mondo telefilmico: Lisa Kudrow (Friends), James Marsters (Buffy) e Jeffrey Dean Morgan (Grey's anatomy e Supernatural).
Viene dato grande risalto al meraviglioso paesaggio irlandese, con un panorama che lascia davvero a bocca aperta e che invoglia a fare un viaggetto in quelle terre.
P.S. I love you è un film che commuove, tanto, ma che riesce comunque a far sorridere, ad esempio quando Holly svela al suo amico Daniel l'assoluta verità su cosa vogliano le donne. Sarà vero?

P.S. Non dimenticate i fazzolettini se avete intenzione di guardarlo. 

martedì 22 maggio 2012

Alla ricerca del tempo perduto

Il caro vecchio Proust prediligeva l'olfatto ed il gusto come sensi dei ricordi, un profumo, un sapore rievocavano ricordi lontani con una forza maggiore degli altri sensi.
Per quanto sia d'accordissimo con Marcel, devo dire che, per me, anche un altro senso si dà da fare: l'udito.
Vi capita mai di sentire una canzone e ritornare indietro nel tempo in un lampo? Di chiudere gli occhi e riassaporare le emozioni di un tempo e perdersi in ricordi passati, magari messi nel dimenticatoio?
L'idea di questo post è porre una scaletta musicale di brani del passato che mi hanno suscitato, e suscitano ancora, delle vibrazioni emotive molto forti.
Magari i seguenti brani evocheranno qualche ricordo anche in voi, chi lo sa.



Avevo 3 anni eppure lo ricordo come fosse ieri. Si era rotto il televisore della cucina ed i miei avevano posizionato nel corridoio il televisore grande della sala ed io cantavo allegramente con Pompeo e Carlotta.


Questo non mi evoca proprio ricordi felici. Non so nemmeno perché ho deciso di metterla visto che ho il terrore di questa musica. Mi basta sentirne un accenno e mi prende il batticuore. Possono delle note provocare tanta paura? Anche dopo decenni?


Forse stavano rimettendo la carta da parati nella mia cameretta, fatto sta che questa canzone è legata ad una sistemazione di fortuna nella camera dei giochi, dove dormivo con mia sorella nella baraonda generale, cosa che non mi dispiaceva affatto.






Ricordi adolescenziali: nel bar che frequentavo con la mia comitiva c'era un juke box e questi erano i brani che mettevamo sempre. Mi basta sentirli per ritrovarmi seduta su quelle sedie colorate, con le corde di plastica, patatine, bigliardino, battute, risate...un periodo meraviglioso...


Avevo addirittura due 45 giri di questo brano dei tempi d'oro del Campobasso. Allora non andavo allo stadio e mi rifugiavo nella mia camera dei giochi ad ascoltarlo, saltellando per la stanza come una forsennata. Ancora oggi lo faccio, anche se come sfondo non ci sono più i miei giochi. E' una canzone che ho nel 



E torno bambina in un secondo con questi brani di Corrado. Li conosco ancora a memoria. Quanti balletti sotto queste note. Idem con Rockfeller e Chì Chì Chì Cò Cò Cò.

E per concludere:


Forse ero piccolissima e l'ascoltavo nella culla, ma è una melodia che mi rasserena da morire.
Buona notte a tutti.

venerdì 18 maggio 2012

Aggiornamenti su Enrico

Ricordate Enrico? Il gatto per cui ho leggermente perso la testa ultimamente?
Bene, ci sono aggiornamenti.
La settimana scorsa sono riuscita ad avvicinarmi senza che lui fuggisse via impaurito.
Avevo dei crackers nella borsa e così gliene ho sbriciolati un po' a terra.
Lui non si è avvicinato a mangiare ed io ero abbastanza delusa, ma ripassando di lì dopo qualche ora ho visto che aveva ripulito il tutto.
Tornando a casa verso le 19 e 30 me lo sono ritrovato davanti.
Ho approfittato della fiducia acquisita in mattinata e gli ho scattato questa foto.


Poi sono corsa a casa, ho preso una ciotolina, ci ho versato del latte ed insieme al mio nipotino sono tornata da Enrico.
Eravamo entrambi emozionati.
Enrico, però, stava già mangiando dei croccantini che qualche signora di buon cuore gli aveva portato.


Ma ormai ero lì e volevo che bevesse anche il nostro latte.
Così ho posizionato la mia ciotolina azzurra lì vicino, ma lui niente, non capiva ed era timoroso nei nostri confronti.
Mio nipote (3 anni) gli diceva: "Enrico! Bevi il latte che è bello!". Ahahahah!
Quando si è allontanato dal piatto, ho avuto la prontezza di avvicinare ancor di più la ciotolina.
Si è riavvicinato, stava per tornare sui croccantini, ma poi si è incuriosito ed ha iniziato a bere il latte e fu così che...bye bye croccantini!
Vittoria per me! E come si leccava i baffi, mi faceva morire!


Nei giorni successivi mi sono trovata faccia a faccia con sua madre (o è suo padre?),  è identica/o ad Enrico (ma poi siamo certi che Enrico sia un maschietto?), solo che è grande il doppio ed è più scura.
Forse manco gli è parente. Comunque sia, mamma o papà, l'ho ribatezzata/o Andrea (nome bisex).
Ma secondo me è sua madre, ha protetto Enrico durante un mio passaggio, come solo una mammina sa fare.
Stamattina mentre passavo per la solita scorciatoia, ho alzato lo sguardo ed ho trovato Enrico appollaiato sulla ringhiera che mi guardava come per dire: "Posso restare qui o devo scappare?".
Ovviamente mi sono allontanata per lasciarlo libero di guardare dall'alto in basso i suoi amichetti che erano invece a terra.
Mi sa che sono diventata il loro terrore! Ahahaha! L'unica che li saluta di sicuro!

Colgo l'occasione con questo post per fare gli auguri al mio casalingo disperato preferito.
Buon compleanno Metiuuuuuu!!!!!!!!!! :*









martedì 15 maggio 2012

Maternity blues - Il bene dal male


Ci sono quei giorni grigi e cupi, di nome e di fatto, in cui tutto quello di cui si ha bisogno è un film che aiuti a svagare la mente, magari rilassante e, perché no, anche divertente.
Beh, la mia recente abitudine di andare a vedere i film a scatola chiusa mi ha giocato un brutto tiro.
Maternity blues - Il bene dal male  tutto è fuorché un film leggero. 
Non sono pentita di averlo visto, ma forse non era la serata adatta.
Diretto dal regista Fabrizio Cattani, è stato presentato al festival di Venezia, ed è costato meno di mezzo milione di euro.
Il tema trattato è molto pesante: le protagoniste sono tutte madri che hanno ucciso i loro bambini e che sono ricoverate presso una clinica in Toscana. 
Depressione post- partum? Problemi psichici? 
Qualunque sia il motivo che ha spinto queste madri a commettere un tale crimine non importa: lo spettatore viene catapultato nel loro dolore, affoga nel loro senso di colpa e vorrebbe che fosse tutto un brutto sogno, almeno per me è stato così; volevo salvare quei bambini ad ogni costo e rendere pace a quelle donne.
Un cast, a mio parere, davvero azzeccato. Donne molto diverse tra loro, ma tutte segnate dallo stesso tragico destino.
Andrea Osvart, che interpreta la protagonista Clara, regge il suo difficile ruolo con estrema naturalezza e immedesimazione.

 Idem per il personaggio più scomodo della clinica, Eloisa (Monica Barladeanu), che ricopre un ruolo fondamentale per l'intero film.
Nel gruppo c'è anche una ragazza giovanissima, Rina (Chiara Martegiani), sperduta e sognante, che fa anche tenerezza se si dimentica per un attimo ciò di cui è stata capace.
Ed infine c'è Vincenza (Marina Pennafina), la più matura, chiusa in questa clinica da lunghi 6 anni e che ormai non sa più chi è.


Le storie di queste madri si intrecciano tra loro, tra flash back, ricordi ed incubi.
A far da contorno alle vicende della clinica c'è la vita di Luigi, il marito di Clara, interpretato da un irriconoscibile Stefano Pecci: gli hanno fatto una capigliatura assurda rendendolo meno carino del solito...peccato! Molto intenso anche il suo ruolo, un marito che ha perso i suoi figli, ma che continua ad amare la donna che glieli ha portati via.

Ho trovato molto interessante l'attenzione rivolta allo spettatore. Il regista non ti prende per mano e ti spiega come sono andate le cose, passo passo. C'è prima l'intuizione e piano piano la conferma dei propri pensieri. E' una visione attiva e partecipata.
Molto adatta anche la colonna sonora scelta. Tra l'altro c'è anche una canzone, credo inedita, cantata dalla bella Eloisa.


La pecca del film? Ci sono momenti che risultano poco naturali, attori secondari dall'impostazione teatrale e la stessa scena in cui Eloisa canta, durante una festa di Natale, risulta un siparietto poco realistico.




mercoledì 9 maggio 2012

Non dire gatto se non ce l'hai nel s...ogno

Come già detto nel post Sogni ricorrenti, a volte capita che alcuni elementi ritornino spesso.
Il mio elemento del mese è: il gatto.
La cosa interessante è che sono riuscita a collegare diversi particolari del sogno alla giornata di ieri e sono sicura che da bravi bambini ci riuscirete anche voi.

Premessa.
Ieri, mentre ero in pizzeria, alla tv davano Dottor House e c'era un tizio pieno di macchie sull'addome.
Tornata dalla pizzeria mi sono fermata, nei dintorni del palazzo, a chiacchierare al cellulare con un amico ed ho rivisto il gatto grigio a cui do la "caccia" da giorni e che ho ribattezzato, sotto suggerimento del mio nipotino, Enrico. 
E sempre restando in tema, ieri il mio nipotino ha leccato il latte da un piattino ed io l'ho paragonato ad un micino. [e mentre giocavamo ai vampiri (e manco sa cosa sono!!!) mi ha anche mordicchiato la guancia]

Ma veniamo al sogno fatto.
Ero nei dintorni del palazzo, ma stavolta era giorno.
Si avvicina un cane nero, ma è come se io già lo conoscessi, tant'è che si accuccia ai miei piedi ed io lo accarezzo. 
Subito dopo però arriva un altro cane nero, rabbioso, che si avventa contro di me. 
Io ho un pantoloncino corto e con le gambe scoperte ho il terrore che mi prenda le caviglie. 
Il cane mi gironzola intorno e poi mi DICE (ebbene sì, era un cane parlante :D): 
"Meglio morderti le caviglie o saltare e..." 
...e non finisce la frase, salta e mi morde la guancia, e là resta attaccato.
Provo in tutti i modi a staccarlo, ma non riesco ed ho paura di peggiorare la situazione.
Non so come, riesco a liberarmi e scappo in cortile, per scendere giù in garage e prendere la macchina, ma mentre scendo vedo tante macchine, e la mia la portano via mia cugina ed un'amica. 

Ed ecco che per le scale con me compare Enrico. 
Lo voglio prendere in braccio, ma lui mi scansa e mi dice "No!" (proprio come fa mio nipote).  
Voglio andare in cantina (come nell'altro sogno, ma allora è una fissa?), ed Enrico finalmente si fa prendere in braccio.
In realtà, però, mi ritrovo su una specie di nave, ci sono tanti uomini (pirati?). 
In fondo c'è un uomo seduto, con tante macchie sul volto, mi guarda con cattiveria ed io so che è contagioso e voglio scappare.

E poi...poi è arrivata mami a svegliarmi prima della sveglia (cosa che odiooo) e quindi...chissà se mi sono salvata dal contagio :)

Ok, come dicono a Roma, s'è fatta na certa: buona notte a tutti, vado a sognare gatti ;)

Ups, quasi dimenticavo: nella foto in basso ecco  a voi Enrico, durante un incontro ravvicinato con la sottoscritta. Bello lui!!!

lunedì 7 maggio 2012

Gocce di memoria

Non lo so cos'ho, oggi mi gira un po' così, forse la bellissima e grande luna ammirata nelle scorse notti ha avuto un'influenza negativa sulla sottoscritta.
Per combattere questo malumore odierno, ho deciso di tuffarmi nel passato, quello più remoto, dove posso attingere solo ricordi felici e, se il malumore dovesse tornare anche in futuro (cosa alquanto prevedibile), passerò qui a rileggere queste mie gocce di memoria...

 1) I polaretti nel frigo di nonna, durante le vacanze estive
 2) La serata a Castelmauro con i colleghi di mami e il mio nuovo giocattolo con le luci rosse e blu
 3) La nuotata nei miei disegni dell'asilo con Clemente e Rosy
 4) Il mio disegno di Bugs Bunny da cucire con l'ago di plastica
 5) San Bernardo, il grande peluche che ho trovato sul banco di scuola post operazione all'appendice
 6) Lo zecchino d'oro fai-da-noi a casa di zia, con le corde usate come microfoni
 7) La festa di carnevale a casa di Nicoletta ed il mio ridicolissimo vestito da fiorellino
 8) La mia prima volta al cinema con "Io speriamo che me la cavo"
 9) La filastrocca per il concorso della Telecom letta all'Ariston davanti a tutte le seconde medie
10) Il mercatino di oggetti usati con le mie cugine
11) Le capanne costruite con le bici
12) Un pomeriggio in campagna, stesa sulla coperta, mangiando granturchesi e cantando "Perdere l'amore"
13) Il gattino Gerry e quei pochi giorni passati ad accudirlo
14) Il gioco della famiglia dei contadini con mia sorella ed i miei cugini
15) I mondiali '90 nel cortile di casa con tutto il condominio a tifare
17) Il saggio di danza con "Good morning", vestite tutte luccicanti, con tanto di cilindro, calze a rete e bastone con pomo
18) Il 1° maggio a Termoli quando c'eravamo tutti
19) Le corse in cortile con i pattini a rotelle rosa shocking
20) La poesia scritta per i miei peluches
21) L'arrivo della mia sorellina
22) Le canzoni della mia bisnonna ed i suoi racconti di vita
23) Il salame di cioccolato, le marianotte di cartapesta e la vendemmia fatti all'asilo
24) Il pic-nic fatto di nascosto alla fonte con tante buste di patatine
25) Lo scherzo della pipì nel vasino in quantità esagerata
26) Il gioco del mollettone
27) Vacanza a Monasterace Marina
28) La busta piena di macchinine di Luigi a casa di Anna
29) L'uccellino salvato sulla strada
30) La macchina fotografica gialla vinta con ciocorì
31) Brivido, L'allegro chirurgo, Vita nel mondo
32) I cavatelli fatti al mare con la sabbia
33) Lo scambio dei regali all'asilo con le altre classi
34) La bigbubble scoppiatami in faccia durante bim bum bam
35) La bicicletta bianca con il cestino
36) Il gioco dei Trolls e della Bella e la Bestia sul primo computer di casa
37) I gavettoni preparati con cura e scoppiati per colpa del sole rovente
38) La cyclette che fungeva da motorino nei nostri giochi
39) La recita della Natività fatta solo per i nostri genitori
40) Il micino nero e bianco dei vicini che si intrufolò sul nostro balcone e girava tranquillo per casa
41) Il gelato che gustavo felice e che per una pallonata di Silvia andò a finire a terra
42) L'intervista del TG3 il primo giorno di scuola elementare
43) I savoiardi che nonna mi faceva bagnare nel caffé per preparare il tiramisù
44) Le riunioni di "Natura amica" con Rosy
45) La raccolta delle more per le stradine in campagna
46) Il traghetto per Capri dov'ero l'unica a non vomitare
47) La cassetta del Karaoke di Cristina D'Avena comprata all'Upim
48) La pera rimasta chiusa nel contatore del palazzo durante "Guardie e ladri"
49) Il rullino da 36 che io e Paola abbiamo finito in foto deficienti e la faccia di papi alla notizia
50) L'ultima figurina attaccata nell'album della Warner Bros

mercoledì 2 maggio 2012

Piccole bugie tra amici


E che posso dire? La Francia mi sta sbalordendo.
Dopo The artist, Quasi amici e Polisse, il Paese d'oltralpe segna un altro punto, almeno per quanto riguarda il mio tabellone.

Qui abbiamo un cast di tutto rispetto: François Cluzet (del già citato Quasi amici), Marion Cottilard (Inception e Midnight in Paris), Jean Dujardin (The artist), Gilles Lellouche, Benoît Magimel.

 
E' la storia di un gruppo di amici che si ritrova ad affrontare il tragico incidente di uno di loro.
Dopo l'incidente di Ludo (Dujardin) il gruppo deciderà comunque di passare la tradizionale vacanza nella bella casa al mare di  Max (Cluzet), in attesa che Ludo si riprenda con le terapie.


E in questo luogo, a cui sono tutti affezionati, si affronteranno liti, confessioni pericolose e segreti che, in seguito, verranno a galla con una forza devastante.


Il film è da apprezzare innanzitutto per la regia. 
Diretto dall'attore Guillaume Canet, Piccole bugie tra amici è un film che penetra nel cuore dello spettatore e lo immerge totalmente tra i legami instaurati dai protagonisti.
Ho apprezzato molto le scene in cui il dialogo veniva coperto dalla musica: quello che avveniva, le parole non sentite, tutto era perfettamente chiaro.
Come nella vita vera, anche qui non mancano momenti di ilarità, in particolare dovute al brutto caratteraccio impaziente di Max.


Il secondo merito va al cast. Gli attori sono stati incredibili e davvero naturali.
La Cotillard mi è piaciuta moltissimo nel ruolo interpretato, una dura che vuole nascondere le sue fragilità, ma che cede come un fiume in piena nel momento in cui un amico le dà conforto.


Il film dura 2 ore e mezza, ma la storia è interessante e non annoia.
La parte finale mi ha fatto piangere tantissimo: molto realistico il dolore, molto realistico l'affetto. 
Era come essere lì, in mezzo a loro, come se allungando un braccio potessi essere parte di quell'abbraccio emozionante...