I sogni influenzano ed esaltano la vita, ma non la definiscono.

I sogni sembrano reali fino a quando ci siamo dentro... Solo quando ci svegliamo, ci
rendiamo conto che c'era qualcosa di strano!
(Inception)

martedì 19 giugno 2012

Chiusa in un centro commerciale


No, non mi è successo, ma è uno dei miei tanti sogni impossibili!
Quando ero piccola e mi chiedevano: "Cosa vuoi fare da grande?" io rispondevo "Voglio restare chiusa in un centro commerciale".
Ovviamente sto scherzando, quando ero baby, da me era già tanto se esistevano i supermercati.
Questo sogno lo avevo accantonato nei cassetti della memoria e l'altra sera è sbucato fuori: ero per strada, era quasi mezzanotte e sono passata davanti al supermercato vicino casa. Mi sono fermata a guardare dentro. Tutte le luci erano spente, ma in fondo c'era una luce azzurrina che illuminava il tutto e per un attimo mi sono vista mentre vagavo per quei corridoi così diversi dalla quotidianità, così affascinanti e misteriosi.
Questo folle desiderio, in passato, è stato rafforzato anche dalla visione di un episodio di Dawson's Creek in cui Joey e Pacey restavano chiusi in questo megacentro commerciale e passavano l'intera notte lì dentro.
Che goduria!


Non è che voglio rimanere nel centro commerciale e basta. No! Io voglio poter usare tutto, passare da un reparto all'altro liberamente.
Per esempio, per prima cosa voglio andare al reparto giocattoli e divertirmi con quei giochi che Babbo Natale non si è mai degnato di regalarmi. 








Sì, lo so che sono giocattoli un po' datati, ma è il mio sogno e nel mio centro commerciale ci sono!
Dopo di che voglio indossare pattini o prendere una bicicletta e gironzolare per tutto il centro commerciale.
Poi scorpacciata nel reparto merendine, per rimettermi in forza (poverina!).
Cura del corpo nel reparto...boh...si vede che non sono pratica di queste cose...vabbè...s'è capito di che reparto sto parlando, no?
Poi tuffo nella tecnologia più avanzata, musica a manetta, microfono, telecamera, e mi vedo in tutti i televisori mentre faccio la performance migliore della mia vita (dubito sia possibile).


E perdersi nel reparto dvd e libri, e chi mi smuove più?
Ma sapete che c'è?
Mmm...qui manca la compagnia!
Ho bisogno di qualcuno con cui vivere questa bella avventura. Meglio se fosse un maschietto...altrimenti che romanticosa sarei?!?
E così via con nascondino, gara con i carrelli, caccia al tesoro, scambio di regali...
Ecco...fatemi immaginare per bene...bello! Mi piace!
Spero di sognare una cosa del genere stanotte.
Ed ora notte a tutti, o buongiorno, o buon pomeriggio...anzi visto che ci sono...



venerdì 15 giugno 2012

Quando lo stress chiama...Melinda risponde



- Pronto. Melinda?
- Sì, sono io, con chi parlo?
- Sono lo stress. Volevo dirti che in questi giorni ti sono stato parecchio addosso, speravo che tu non lo notassi, ma mi sa che te ne sei accorta, ve'?
- Eh, sì...t'ho sgamato!
- Vabbè, a questo punto lo sai, volevo dirti che continuerò con la mia presenza costante e anzi, volevo avvisarti che a luglio mi darò da fare per non darti tregua, mi piace starti addosso, vederti grondare sudore e avere momenti di confusione mentale. Ci godo. Ecco, te l'ho detto. Non mi vedere come un cattivo però.
- Senti "caro" stress, tu e quella "simpaticona" dell'amica tua, ansia, se entro agosto non levate le tende, non so che fine vi faccio fare. Vedi come te lo dico, eh? Attenzione a voi due!
- Come sei acida!
- [...]




P.s. Eccomi! Questa qui giù sarò io nel mese di luglio.




















Soffro lo stress, io soffro lo stress, sono stancA e fuori formaaaaaaaaaaaa


domenica 10 giugno 2012

Ah, déja vù! Questa folle sensazione che...


Déja vù! Cosa essere tu?
Se c'è un fenomeno che da sempre ha destato la mia curiosità è proprio il cosiddetto déja vù, tradotto in italiano "già visto".
A chi non è mai capitato, almeno una volta nella vita, di pensare di aver già vissuto una determinata situazione?
Le frasi tipiche di quei momenti sono: "Questa cosa è già successa" oppure  "Ho già vissuto questa scena".
E mentre si sta verificando, tutto quello che avviene in seguito è solo una conferma di quello che si pensa, sembra quasi di poter predire cosa succede, ma in realtà non è proprio così. Si ricordano i soggetti, le parole, ma sempre dopo che sono avvenute.
Spiegare cosa avviene in quei momenti, risulta abbastanza difficile.
In campo medico viene classificato nei fenomeni psichici come una sorta di errore del cervello, che crea un falso ricordo. Ma perché avviene il tutto non ci è dato sapere.

Come è spiegato su wikipedia: 
"L'esperienza del déjà vu è accompagnata da un forte senso di familiarità, ma di solito anche dalla consapevolezza che non corrisponde realmente ad una esperienza vissuta (e quindi si vive un senso di "soprannaturalità", "stranezza" o "misteriosità"): l'esperienza "precedente" è perlopiù attribuita ad un sogno. In alcuni casi invece c'è una ferma sensazione che l'esperienza sia "genuinamente accaduta" nel passato".

Alcuni hanno ipotizzato che la sensazione di deja vù derivi da sogni fatti e lasciati nella parte inconscia, ma è una probabilità piuttosto bassa.
Il déja vù viene collegato anche a disturbi patologici, quali la schizofrenia, l'epilessia e l'ansietà.

Siccome sto cercando di studiare questo fenomeno attraverso esperienze personali, se qualcuno di voi ha provato un déja vù e vuole rendermi partecipe delle sensazioni provate, anche sintomi accompagnati al fenomeno, vi sarei davvero grata.

Visto il tema, approfitto di un consiglio cinematografico: Déja Vù - Corsa contro il tempo
E' un film del 2006 con Denzel Washington e Val Kilmer. Una vera corsa contro il tempo e un modo particolare, e alquanto irreale direi, per dare un senso al deja vù.


E questo è il trailer.


Déja vù! Cosa essere tu?
Se c'è un fenomeno che da sempre ha destato la mia curiosità è proprio il cosiddetto déja vù, tradotto in italiano "già visto".

Vi sembra di aver già letto queste parole? Ecco...avete appena avuto un déja vù :P



giovedì 7 giugno 2012

Molto forte, incredibilmente vicino

 
Guardare un trailer e pensare all'istante: "Non posso perdere questo film!".
Questo è quello che è successo ad ottobre, quando ho avuto modo di vedere il trailer di Molto forte, incredibilmente vicino
Ho dovuto, però, attendere fino a giugno per poter realizzare questa mia volontà.
Ammetto che, ultimamente, ero stata scoraggiata da diverse recensioni lette, ma in altre, per fortuna, avevo trovato anche un barlume di speranza. 
Spettava a me vedere da che parte stare. 
Ora posso dirlo: sto dalla parte dei pollici su.
Ieri, dopo tante aspettative, mi sono seduta nella sala 4, in compagnia di altre 6 persone, ed ho gustato questo film dalla prima all'ultima sequenza.
E' un film drammatico, senza ombra di dubbio, ma allo stesso tempo riesce ad emozionare tanto.

Oskar Schell è un bambino come tanti, a volte un po' capriccioso e maleducato, a volte dolce come pochi; ha un rapporto fantastico con suo padre, Thomas, che a sua volta è innamoratissimo di sua moglie. 



Thomas sprona ogni giorno Oskar ad avere coraggio, gli prepara ricerche e spedizioni per incontrare gente ed essere meno timido: giocano, si divertono, sono inseparabili.
Poi arriva l'11 settembre del 2001, "il giorno più brutto" come lo definisce Oskar nel corso del film. Thomas, per una casualità, si trova in una delle Torri Gemelle. Thomas non tornerà più a casa. 
Oskar non ha perso solo suo padre, ha perso il suo compagno di vita, ma non vuole darsi per vinto: dopo aver trovato in una giacca un messaggio di suo padre che gli dice di non smettere di cercare e dopo aver trovato accidentalmente una chiave, inizia una nuova ricerca per scoprire cosa possa aprire questa chiave, chiusa in una busta dove è appuntata la parola Black.


Inizia così una grande avventura, con tanti Black da incontrare, tante storie da conoscere, tanti passi da fare.
Sono molto di parte sul giudicare questo film, perchè Oskar vive un'incredibile esperienza, di quelle che ho sempre sognato sin da piccola: mappe, indizi, elenchi super organizzati, spirito d'avventura...



E' lui il protagonista assoluto del film, Oskar Schell, interpretato dal bravissimo e sorprendente Thomas Horn, classe 1997, così naturale e drammaticamente coinvolgente. 
Nel cast anche Tom Hanks e Sandra Bullock, che mi hanno comunque soddisfatta nei loro ruoli, ma sono stati messi in ombra dal piccolo grande Horn.
Mi è piaciuto molto lo stile del film e il modo in cui è stata impostata l'intera vicenda, non lineare e con continui flashback.
C'è una scena che mi ha colpito in maniera particolare: una successione di inquadrature, con un ritmo sempre più incalzante e claustrofobico, è riuscita a trasmettermi tutte le ansie di Oskar, amplificate in seguito alla morte di suo padre.


Simpatico il rapporto tra Oskar e sua nonna, con cui comunica da una finestra all'altra con l'uso dei walkie-talkie, ed intenso lo strano rapporto con "l'inquilino", un anziano signore che ha smesso di parlare con la bocca e usa un pennarello nero e dei taccuini. Ma il rapporto con più sfaccettature è quello con sua madre, l'unico genitore rimastogli, che tratta sempre peggio, fino a confessarle: "Volevo che ci fossi tu lì", al posto di suo padre, in quella maledetta torre.




Molto forte, incredibilmente vicino mi ha dato diversi spunti di riflessione e anche qualche insegnamento da mettere in pratica nella vita reale, come quella di affrontare le proprie paure e darsi degli obiettivi da raggiungere.
Ed Oskar? E' riuscito a raggiungere il suo obiettivo? Avrà trovato la serratura di quella chiave?
Non sta a me dirlo, non voglio rovinare il finale a nessuno.
Per me personalmente è un film che vale la pena di vedere e a chi lo farà consiglio la visione con il cuore aperto: probabile che una lacrima scivoli sulle vostre guance.




sabato 2 giugno 2012

Sogni sogni sogni, tanti sogni...

Negli ultimi due giorni, con tutti i pensieri che mi circolano per la "capa", ho fatto una marea di sogni, di mattina per lo più, infatti li ricordo tutti.
Fuori dal mio palazzo c'è una grande pantera (dai gatti sono passata direttamente alle pantere) ed io ho paura ad uscire.


Poi finisco al ristorante di Gigi D'Alessio (incubooo!!!) e mi fanno pagare un misero pezzo di pizza e una bottiglietta d'acqua 5 euro e 50: un furto! Mando un sms per lamentarmi.


Uscendo da lì, mi ritrovo in macchina, davanti casa mia, e vedo uscire da una corriera antica  i nani, Biancaneve ed altri personaggi fantastici (in questi giorni sto guardando Once upon a time) che mi dicono di andare con loro. Io rispondo che ho da fare.

 
Parto con la mia macchinina che diventa un motorino ed io mi rendo conto di essere senza casco, così voglio ritornare indietro, ma mi ritrovo a piedi mentre passa un corteo funebre: dei bambini portano a spalla un anziano dalla barba lunga ed io penso subito ad un frate. In effetti somigliava a fra' Malato di Marcellino pane e vino


Subito dopo mi viene incontro mio nonno, direttamente dall'aldilà. E' completamente diverso, ha una collana di catene, un orecchino, molto metal insomma, e la cosa mi diverte. Poi mi dice di lasciar perdere Nate, il tipo con la faccia tonda (???) e di buttarmi su un altro ragazzo, e così mi dà un portachiavi rettangolare verde, con la chiave di una camera d'albergo, ma io gli rispondo che non posso, ora non più.
E poi sono a casa, malata, e due ragazzi cattivi entrano in casa e mi obbligano a fare delle sfide, tipo cedere le mie moleskine a qualcuno, e io non voglio, ma non posso ribellarmi a loro, anzi...li devo addirittura pagare.
Tutto questo l'ho sognato ieri mattina.
Stamattina invece ho sognato che ero per strada con un'amica onirica, io con la mia macchina, lei con la sua. Ad un certo punto di fronte  a noi arriva un motociclista a tutta velocità, cerchiamo di sterzare, ma lui prende l'angolo della macchina dell'amica e fa un volo assurdo. 


Subito ci accostiamo per andare a vedere come sta. Lui è lì con degli amici, ci avviciniamo ed io gli dico che è stata un po' colpa sua, lui dice che non fa niente e che possiamo andare via. Il suo tono non mi convince. Mentre torniamo alle macchine mi rendo conto che non ho più le chiavi, idem la mia amica, e uno degli amici dell'incidentato, con un'aria per niente buona, ci raggiunge con le nostre chiavi, pronto a rubarci le auto. 


Io mi ribello, gli tiro spintoni e lui si arrabbia sempre più, poi fa il gesto di sputarmi, ma la cosa mi manda in bestia  e sono io a sputare a lui...Ero talmente presa che, mi vergogno a dirlo, ho sputato anche nella realtà sul mio cuscino ahahahaha!
Poi ho sognato che un mio amico saliva su un palco e cantava una canzone di Lucio Dalla (non so manco se esiste questa canzone) vestito come Dalla...in realtà era proprio lui!


Ho fatto anche altri sogni stamattina, ma mi fermo qui, perché sono più complicati da esporre.

Ah, ci tengo a precisare che non ho mangiato pesante :P