Ieri, complice un pranzo in famiglia, ho tirato fuori l'argomento "streghe e dintorni" e, tra le mie nonnine e gli altri presenti, sono venute fuori belle storielle.
Dal momento che "Storie dal passato" ha destato un certo interesse, ho deciso di raccontarle anche a voi. Sono storie sulla cui veridicità non metterei la mano sul fuoco, ma ascoltarle è stato molto piacevole tant'è che per tutto il tempo ho avuto un sorriso da idiota!!!
Credo che per facilitarmi le cose sia meglio creare una sorta di elenco.
1) Le streghe si trasformavano, oltre che in vento, anche in animali: gatti e galline in particolare.
Una volta alcune persone, sapendo che la gallina entrata in casa fosse una strega, l'hanno colpita con un bastone. Il giorno dopo la loro vicina era malconcia, con delle fasciature.
2) La notte di Natale le streghe volavano: si cospargevano con un unguento fatto con le erbe e spiccavano il volo.
Da quanto raccontavano ieri, una povera streghetta non è stata molto fortunata: l'effetto è svanito o perché aveva usato una quantità insufficiente di unguento magico o perché aveva superato il limite di tempo, questo non ci è dato sapere. La cosa buffa è che la sfortunata si sia trovata in un altro paese, completamente nuda, perché queste streghe volavano nude, e abbia dovuto chiedere aiuto affinché le andassero a prendere i suoi abiti.
3) C'è una fonte al mio paese dove si dice che i lupi mannari si andassero a fare i bagni. Un tizio si era fermato lì, disgrazia sua perché arrivò uno di questi licantropi paesani ed il tizio fu costretto a fare la "maratona di New York" prima di giungere sano e salvo a casa. Voi non potete capire le risate, a questo punto, durante il pranzo: mio padre, scettico, chiedeva chi fossero i protagonisti della storia e mia nonna faceva nomi e cognomi, lupo incluso. Pare fosse solo un povero uomo che veniva avvistato nei campi, solitario, perché a quei tempi bagni e wc non erano presenti in tutte le case e lui andava a fare i suoi bisogni per le campagne, guadagnandosi di diritto, a causa delle credenze paesane e del passaparola, il titolo di lupo mannaro.
4) La nonna di mio cognato aveva ricevuto un consiglio per scoprire se una signora, su cui aveva dei sospetti, fosse una strega: una volta seduta, doveva mettere sotto la sedia della probabile strega un treppiede da camino. Nel caso fosse davvero una strega non si sarebbe potuta più alzare. Beh, questa signora è rimasta tutto il giorno in quella casa fino a che ha detto: "Oramai lo hai capito, fammi andare via".
5) Le streghe, o meglio le fattucchiere (più appropriato per questa storia), facevano anche malocchi.
La tecnica di cui mi hanno parlato ieri consisteva in questo: utilizzavano ossa di morti da cui ricavavano una polverina. Questa polverina veniva depositata sull'altare nel punto in cui il sacerdote avrebbe poi posato il calice. Mia nonna ricorda esattamente che il prete durante la celebrazione passava la mano per vedere se c'era qualcosa, e nel caso trovasse la polverina, ripuliva tutto.
6) E sempre in tema di malocchi: c'era un uomo che si pensava fosse uno stregone, ed era anche piuttosto burbero. Durante una processione litigò con un uomo che voleva far fermare la processione e gli disse: "Tu a casa non ci arriverai!" e quest'uomo, in effetti, fu colto da infarto prima ancora di arrivare a casa. Miii!!!
7) Questa e poi mi fermo. L'ho lasciata per ultima perché è quella che mi ha fatto sorridere maggiormente. Prima di andare a dormire era buona abitudine incrociare i legnetti nel camino e soprattutto mettere una scopa dietro la porta. Il beneficio dei legnetti non lo conosco, probabilmente impedivano l'accesso dal camino, la scopa...una trovata geniale: nel caso la strega di turno decideva di entrare in quella casa, prima era costretta a contare tutti i fili che componevano la scopa, di conseguenza un bel lavoraccio ed ecco che spuntava il sole e la strega vi doveva rinunciare.
Termino qui il secondo capitolo di storie dal passato, anche perché è quasi ora di dormire e non ho ancora sistemato la mia scopa dietro la porta :)
Sognare ad occhi chiusi, ad occhi aperti, nel buio di un cinema, nella vita di tutti i giorni...
I sogni influenzano ed esaltano la vita, ma non la definiscono.
I sogni sembrano reali fino a quando ci siamo dentro... Solo quando ci svegliamo, ci rendiamo conto che c'era qualcosa di strano! (Inception)
lunedì 28 novembre 2011
mercoledì 23 novembre 2011
Storie dal passato...
Dopo aver visto Häxan (La stregoneria attraverso i secoli), sotto consiglio del caro Occhio sulle espressioni, ho avuto la brillante idea di riportare, nero su bianco, racconti del passato su streghe e usanze dell'epoca, che mi sono stati accuratamente riferiti dalle mie mitiche nonnine.
Ho appena finito di parlare a telefono con una di loro ed ho la testa piena di informazioni, spero di riuscire a dargli un ordine.
Iniziamo dalle streghe.
Anche nel mio paese d'origine c'erano le streghe, o almeno così si dice.
Diventavano vento e passavano attraverso i buchi delle serrature.
Dispettose come non mai lasciavano sorpresine durante la notte: gli abitanti del paese la mattina trovavano le code dei cavalli intrecciate, oppure loro stessi si ritrovavano con i capelli tagliati.
C'era una frase per tenere lontane le streghe dalla proprio abitazione e ammetto che quando mia nonna l'ha pronunciata sono scoppiata a ridere. La frase originale, in dialetto, è questa: "Sabt ser i corn n'gul a streg"; penso si capisca il senso anche senza tradurre!
Ma ve le immaginate queste persone, parliamo dei primi decenni del secolo scorso, mentre ripetono queste parole e credendoci davvero?!?
A quanto pare se la notte di Natale, a mezzanotte precisa, nasceva qualcuno, il suo destino era segnato: se di sesso femminile si trattava di una strega, se di sesso maschile di un lupo mannaro.
Eh, sì, al mio paese non si facevano mancare nulla!
Mi raccontava mia nonna di un mio prozio, non ho nemmeno capito chi sia, che è stato aggredito da un lupo mannaro: lui era rientrato a casa a notte fonda, perché andava suonando in giro con l'organetto e una volta chiusa la porta ha sentito dei forti colpi. Era questo lupo mannaro che cercava di entrare.
A detta di mia nonna erano persone che si trasformavano, ma poi gli passava...chissà con che malattia mentale avevano a che fare. Anche se si parlava proprio di trasformazione in lupo.
Ed ora passo alla parte che preferisco, il cosiddetto giro degli archi.
Quando i bimbi avevano il male dell'arco, che non ho ben capito in cosa consistesse, forse mal di pancia o influenza, bisognava effettuare questo giro degli archi affinché il bimbo malato guarisse.
Mio padre ricorda ancora oggi quando mia nonna lo portava in giro e a me la cosa fa ridere, ma assai!
Comunque funzionava così: la mamma prendeva il piccolo in braccio e dopo aver preso degli spicchi d'aglio a casa della maggiora, che era la fattucchiera del paese, doveva passare sotto i 3 archi del paese.
Ad ogni arco doveva buttare uno spicchio d'aglio a terra e recitare queste parole: "Sto passando sotto l'arco, niente milza e male d'arco".
Finito il giro si ritrovava su un punto che affacciava sulle campagne. Lì doveva buttare l'ultimo spicchio d'aglio, recitare la solita filastrocca, ma con un'aggiunta: "Vattene al mare con tutti panni!"
La cosa fondamentale era che durante il tragitto non rivolgesse la parola a nessuno. La gente ne era a conoscenza, quindi, quando vedevano passare una mamma con il figlio in braccio, che non salutava nemmeno, dicevano: "Ah, sta facendo il giro degli archi".
Mi fanno sorridere questi racconti, ma allo stesso tempo vorrei avere una macchina del tempo per vederli con gli occhi miei perché hanno un non so che di fascinoso.
Ho appena finito di parlare a telefono con una di loro ed ho la testa piena di informazioni, spero di riuscire a dargli un ordine.
Iniziamo dalle streghe.
Anche nel mio paese d'origine c'erano le streghe, o almeno così si dice.
Diventavano vento e passavano attraverso i buchi delle serrature.
Dispettose come non mai lasciavano sorpresine durante la notte: gli abitanti del paese la mattina trovavano le code dei cavalli intrecciate, oppure loro stessi si ritrovavano con i capelli tagliati.
C'era una frase per tenere lontane le streghe dalla proprio abitazione e ammetto che quando mia nonna l'ha pronunciata sono scoppiata a ridere. La frase originale, in dialetto, è questa: "Sabt ser i corn n'gul a streg"; penso si capisca il senso anche senza tradurre!
Ma ve le immaginate queste persone, parliamo dei primi decenni del secolo scorso, mentre ripetono queste parole e credendoci davvero?!?
A quanto pare se la notte di Natale, a mezzanotte precisa, nasceva qualcuno, il suo destino era segnato: se di sesso femminile si trattava di una strega, se di sesso maschile di un lupo mannaro.
Eh, sì, al mio paese non si facevano mancare nulla!
Mi raccontava mia nonna di un mio prozio, non ho nemmeno capito chi sia, che è stato aggredito da un lupo mannaro: lui era rientrato a casa a notte fonda, perché andava suonando in giro con l'organetto e una volta chiusa la porta ha sentito dei forti colpi. Era questo lupo mannaro che cercava di entrare.
A detta di mia nonna erano persone che si trasformavano, ma poi gli passava...chissà con che malattia mentale avevano a che fare. Anche se si parlava proprio di trasformazione in lupo.
Ed ora passo alla parte che preferisco, il cosiddetto giro degli archi.
Quando i bimbi avevano il male dell'arco, che non ho ben capito in cosa consistesse, forse mal di pancia o influenza, bisognava effettuare questo giro degli archi affinché il bimbo malato guarisse.
Mio padre ricorda ancora oggi quando mia nonna lo portava in giro e a me la cosa fa ridere, ma assai!
Comunque funzionava così: la mamma prendeva il piccolo in braccio e dopo aver preso degli spicchi d'aglio a casa della maggiora, che era la fattucchiera del paese, doveva passare sotto i 3 archi del paese.
Ad ogni arco doveva buttare uno spicchio d'aglio a terra e recitare queste parole: "Sto passando sotto l'arco, niente milza e male d'arco".
Finito il giro si ritrovava su un punto che affacciava sulle campagne. Lì doveva buttare l'ultimo spicchio d'aglio, recitare la solita filastrocca, ma con un'aggiunta: "Vattene al mare con tutti panni!"
La cosa fondamentale era che durante il tragitto non rivolgesse la parola a nessuno. La gente ne era a conoscenza, quindi, quando vedevano passare una mamma con il figlio in braccio, che non salutava nemmeno, dicevano: "Ah, sta facendo il giro degli archi".
Mi fanno sorridere questi racconti, ma allo stesso tempo vorrei avere una macchina del tempo per vederli con gli occhi miei perché hanno un non so che di fascinoso.
mercoledì 16 novembre 2011
Anestesia cosciente
In questi giorni mi è capitato di parlare di anestesia e mi è tornato alla mente un film visto al cinema nel 2008, "Awake - Anestesia cosciente" di Joby Harold, con Hayden Christensen e Jessica Alba.
Nel film , il paziente che subisce l'operazione, riesce a sentire tutto, ma si trova completamente paralizzato, quasi come avviene nella paralisi del sonno di cui ho già parlato in precedenza.
Come forse ben sapete, l'anestesia serve per annullare la sensibilità, la coscienza ed il dolore, in quanto, grazie a farmaci appositi, viene provocato un rilassamento muscolare.
Principalmente esistono due tipi di anestesia: locale e generale.
Nella locale il paziente è sveglio e viene "addormentata" solo la parte su cui si andrà ad operare.
Nella generale, il paziente è in stato di incoscienza.
Questo, se tutto va bene!
Da alcune ricerche effettuate ho scoperto che l'anestesia cosciente è realmente possibile, ma, fortunatamente, si tratta di 1 caso su 1000.
Può accadere, ad esempio, che un paziente si svegli mentre è sotto ai ferri, ma riesce solo a realizzare dove si trova, cosa sta succedendo, magari sente le voci dei chirurghi, ma stop, non prova altro.
C'è, poi, il caso più terribile, che è esattamente quello provato dal protagonista di "Awake", in cui il paziente, completamente cosciente, riesce a sentire esattamente tutto, dolore compreso. E' un'esperienza che segna tantissimo chi la vive, al punto che occorre poi un sostegno psicologico.
Provate ad immaginare un episodio del genere: siamo su un tavolo operatorio, ci hanno addormentato, ma qualcosa va storto! Siamo svegli! E non possiamo fare niente: né urlare, né muoverci, niente di niente. L'unica cosa che, purtroppo, riusciamo a fare è sentire il dolore. Ricordo che il protagonista del film riuscì a mandare un segnale con le lacrime.
Brrr, da brivido!
Le cause riscontrate per questo grande inconveniente sono le seguenti: uso prolungato di farmaci anticonvulsionanti, oppiacei, cocaina e tranquillanti; uso quotidiano di alcolici; problemi di cuore o ai polmoni.
La mia prima ed unica anestesia generale l'ho provata alla tenera età di 10 anni per un'appendicectomia d'urgenza.
Ero piccola ed ignara di come funzionasse tutto, ed aggiungo per fortuna!
Appena il tempo di fare le analisi che mi portarono subito in sala operatoria. Ricordo che l'anestesista mi chiese di contare fino a 10. Credo di essere arrivata a stento a 3: gli occhi mi si rigirarono e vidi tutto buio. Mi risvegliai già nella stanza e non dimenticherò mai la fase di rincoglionimento puro :)
Forse, col fatto che ero una bambina, ho vissuto tutto molto alla leggera e di conseguenza mi sono addirittura divertita.
Spero di non aver terrorizzato nessuno con questo post: è un argomento che mi ha colpita molto e mi sembrava giusto parlarne sul mio blog.
Nel film , il paziente che subisce l'operazione, riesce a sentire tutto, ma si trova completamente paralizzato, quasi come avviene nella paralisi del sonno di cui ho già parlato in precedenza.
Come forse ben sapete, l'anestesia serve per annullare la sensibilità, la coscienza ed il dolore, in quanto, grazie a farmaci appositi, viene provocato un rilassamento muscolare.
Principalmente esistono due tipi di anestesia: locale e generale.
Nella locale il paziente è sveglio e viene "addormentata" solo la parte su cui si andrà ad operare.
Nella generale, il paziente è in stato di incoscienza.
Questo, se tutto va bene!
Da alcune ricerche effettuate ho scoperto che l'anestesia cosciente è realmente possibile, ma, fortunatamente, si tratta di 1 caso su 1000.
Può accadere, ad esempio, che un paziente si svegli mentre è sotto ai ferri, ma riesce solo a realizzare dove si trova, cosa sta succedendo, magari sente le voci dei chirurghi, ma stop, non prova altro.
C'è, poi, il caso più terribile, che è esattamente quello provato dal protagonista di "Awake", in cui il paziente, completamente cosciente, riesce a sentire esattamente tutto, dolore compreso. E' un'esperienza che segna tantissimo chi la vive, al punto che occorre poi un sostegno psicologico.
Provate ad immaginare un episodio del genere: siamo su un tavolo operatorio, ci hanno addormentato, ma qualcosa va storto! Siamo svegli! E non possiamo fare niente: né urlare, né muoverci, niente di niente. L'unica cosa che, purtroppo, riusciamo a fare è sentire il dolore. Ricordo che il protagonista del film riuscì a mandare un segnale con le lacrime.
Brrr, da brivido!
Le cause riscontrate per questo grande inconveniente sono le seguenti: uso prolungato di farmaci anticonvulsionanti, oppiacei, cocaina e tranquillanti; uso quotidiano di alcolici; problemi di cuore o ai polmoni.
La mia prima ed unica anestesia generale l'ho provata alla tenera età di 10 anni per un'appendicectomia d'urgenza.
Ero piccola ed ignara di come funzionasse tutto, ed aggiungo per fortuna!
Appena il tempo di fare le analisi che mi portarono subito in sala operatoria. Ricordo che l'anestesista mi chiese di contare fino a 10. Credo di essere arrivata a stento a 3: gli occhi mi si rigirarono e vidi tutto buio. Mi risvegliai già nella stanza e non dimenticherò mai la fase di rincoglionimento puro :)
Forse, col fatto che ero una bambina, ho vissuto tutto molto alla leggera e di conseguenza mi sono addirittura divertita.
Spero di non aver terrorizzato nessuno con questo post: è un argomento che mi ha colpita molto e mi sembrava giusto parlarne sul mio blog.
martedì 8 novembre 2011
Sogni: questi sconosciuti.
"La vera
e propria interpretazione del sogno è,
di regola, un compito arduo. Essa presuppone penetrazione psicologica,
capacità di combinare insieme cose diverse, intuizione,
conoscenza del mondo e degli uomini e soprattutto conoscenze
specifiche che implicano tanto nozioni assai estese quanto
una certa intelligence du coeur." C.G. Jung
Eh sì, quanto è difficile comprendere i sogni! Se poi sono così lontani dalla realtà, ricchi di simboli e stramberie diventa ancora più difficile.
Sono un'appassionata di sogni (e questo penso si era capito!) e mi piace annotarli giornalmente sulla mia Moleskine, insieme al resto della mia giornata. Ogni volta che torno a rileggerli rido divertita ed il più delle volte non ricordo di averli fatti. Mi sono documentata spesso e c'è sempre questo alone di mistero che rende il sogno sempre così affascinante.
Si dice che ogni sogno sia un desiderio, ma il significato molto spesso è latente, sta a noi riuscire a decifrarlo. Certo è che se diamo retta al bravissimo dottor Sigmund Freud ognuno di noi farebbe sogni sessuali, eh sì, perchè secondo Freud ogni simbolo rappresenta qualcosa che ha a che fare col sesso.
Spesso sento gente che dice: "Io non sogno mai!", ma la cosa è alquanto impossibile! Il nostro meraviglioso cervello non smette mai di lavorare, e mentre noi dormiamo lui continua ad elaborare ed organizzare gli eventi vissuti durante il giorno. Questi non-sognatori, quindi, sono semplicemente persone che hanno fretta di iniziare la giornata e non si concedono neanche un minuto per pensare a quello che hanno sognato.
Il trucco più semplice per ricordare i sogni, almeno io così faccio, è restare svegli nel letto e pensare: "Cosa ho sognato?", se la memoria fa cilecca, allora bisognerà pensare a qualcuno, familiari, amici, colleghi e basterà azzeccare la persona giusta ed il sogno prenderà forma nella propria mente.
Molti psicologi consigliano di tenere un quaderno sul comodino ed al risveglio annotare ricordi del sogno, sensazioni provate, timori avuti: tutto ciò può tornare utile per analizzare se stessi. In fondo i sogni rappresentano noi, soltanto noi.
Il film Inception, in maniera fantascientifica, ci offre la base per comprendere più o meno il meccanismo di un sogno e come capire quando si sta sognando: ritrovarsi in luoghi senza esserci mai arrivati. In questo film è molto interessante la teoria dei livelli: il sogno nel sogno. Quante volte vi è capitato di fare un sogno e poco dopo raccontarlo a qualcuno in un altro sogno, convinti di trovarvi nella realtà, svegli? E' questa la bellezza dell'inconscio, ti gestisce come meglio crede.
Nel sogno ci siamo noi e persone/animali creati dalla nostra mente, che spesso continuano comunque a rappresentare altri noi stessi.
Va in scena una sorta di teatrino, avvengono situazioni particolari, e noi continuiamo a dormire. A volte stimoli esterni, come una sveglia o lo squillo di un telefono, vengono inseriti nei sogni per evitare un nostro brusco risveglio. Idem quando abbiamo bisogno di bere e di andare in bagno: lo sogneremo e tutto sarà placato.
Leggevo, e l'ho trovato davvero interessante, che il nostro inconscio è capace di mandarci segnali anche su problemi di salute a noi non ancora noti.
Il mondo onirico è immenso e affascinante e non smetterò di documentarmi. Concludo con una citazione presa dallo stesso Inception:
"I sogni sembrano reali finché siamo in essi. Spesso è solo al risveglio che ci rendiamo conto che qualcosa non quadrava.".
Eh sì, quanto è difficile comprendere i sogni! Se poi sono così lontani dalla realtà, ricchi di simboli e stramberie diventa ancora più difficile.
Sono un'appassionata di sogni (e questo penso si era capito!) e mi piace annotarli giornalmente sulla mia Moleskine, insieme al resto della mia giornata. Ogni volta che torno a rileggerli rido divertita ed il più delle volte non ricordo di averli fatti. Mi sono documentata spesso e c'è sempre questo alone di mistero che rende il sogno sempre così affascinante.
Si dice che ogni sogno sia un desiderio, ma il significato molto spesso è latente, sta a noi riuscire a decifrarlo. Certo è che se diamo retta al bravissimo dottor Sigmund Freud ognuno di noi farebbe sogni sessuali, eh sì, perchè secondo Freud ogni simbolo rappresenta qualcosa che ha a che fare col sesso.
Spesso sento gente che dice: "Io non sogno mai!", ma la cosa è alquanto impossibile! Il nostro meraviglioso cervello non smette mai di lavorare, e mentre noi dormiamo lui continua ad elaborare ed organizzare gli eventi vissuti durante il giorno. Questi non-sognatori, quindi, sono semplicemente persone che hanno fretta di iniziare la giornata e non si concedono neanche un minuto per pensare a quello che hanno sognato.
Il trucco più semplice per ricordare i sogni, almeno io così faccio, è restare svegli nel letto e pensare: "Cosa ho sognato?", se la memoria fa cilecca, allora bisognerà pensare a qualcuno, familiari, amici, colleghi e basterà azzeccare la persona giusta ed il sogno prenderà forma nella propria mente.
Molti psicologi consigliano di tenere un quaderno sul comodino ed al risveglio annotare ricordi del sogno, sensazioni provate, timori avuti: tutto ciò può tornare utile per analizzare se stessi. In fondo i sogni rappresentano noi, soltanto noi.
Il film Inception, in maniera fantascientifica, ci offre la base per comprendere più o meno il meccanismo di un sogno e come capire quando si sta sognando: ritrovarsi in luoghi senza esserci mai arrivati. In questo film è molto interessante la teoria dei livelli: il sogno nel sogno. Quante volte vi è capitato di fare un sogno e poco dopo raccontarlo a qualcuno in un altro sogno, convinti di trovarvi nella realtà, svegli? E' questa la bellezza dell'inconscio, ti gestisce come meglio crede.
Nel sogno ci siamo noi e persone/animali creati dalla nostra mente, che spesso continuano comunque a rappresentare altri noi stessi.
Va in scena una sorta di teatrino, avvengono situazioni particolari, e noi continuiamo a dormire. A volte stimoli esterni, come una sveglia o lo squillo di un telefono, vengono inseriti nei sogni per evitare un nostro brusco risveglio. Idem quando abbiamo bisogno di bere e di andare in bagno: lo sogneremo e tutto sarà placato.
Leggevo, e l'ho trovato davvero interessante, che il nostro inconscio è capace di mandarci segnali anche su problemi di salute a noi non ancora noti.
Il mondo onirico è immenso e affascinante e non smetterò di documentarmi. Concludo con una citazione presa dallo stesso Inception:
"I sogni sembrano reali finché siamo in essi. Spesso è solo al risveglio che ci rendiamo conto che qualcosa non quadrava.".
mercoledì 2 novembre 2011
Dream about us
Il sole era appena tramontato e il cielo, limpidissimo, era di tre colori tenui; le ultime nuvole della giornata facevano capolino dietro le montagne. Alessia era stanca, aveva lavorato tutto il giorno e aveva solo una gran voglia di dormire. Dopo aver cenato con due piccoli panini con carne e tanta maionese, era andata in camera e si era buttata sul letto, completamente vestita, non aveva neanche la forza di indossare il pigiama. Dopo soli cinque minuti Alessia già dormiva profondamente e, quando squillò il cellulare, non lo sentì nemmeno. Dopo qualche minuto il cellulare suonò di nuovo e stavolta Alessia si svegliò. Aprì gli occhi e dovette fare mente locale, che ore erano e soprattutto che giorno. Si alzò dal letto e si avvicinò alla scrivania dove era il cellulare, che con la vibrazione sembrava stesse per raggiungerla. Sul display comparve un numero anonimo, Alessia rispose: “Pronto?” e dall’altra parte la voce di un ragazzo la chiamò per nome: “Alessia! Sono Luca!”…Luca, un nome per lei tanto importante, il nome del ragazzo per cui aveva del tutto perso la testa, ma Alessia cercò di restare con i piedi per terra e si convinse che era di sicuro un altro Luca! Così chiese senza troppi indugi “Chi Luca?” “Luca Sereni!”…ecco adesso ad Alessia le tremavano le gambe, le braccia, le mani, era tutta un fremito…Luca, proprio quel Luca. Cercò di farsi forza e parlò con una voce fioca: “Ah, Luca! Come stai?” “Bene, grazie! Ti ho chiamato perché è da tanto che non ti vedo e mi andava di farmi un giro con te! È possibile?” Alessia stentò a crederci e per un momento pensò si trattasse solo di un sogno! “Alessia, ci sei?” Alessia sussultò e poi rispose “Sì, scusami! È che non me lo aspettavo, è tutto così…strano!” “Beh, lo so…ma ho capito che ti interesso ancora e…forse hai capito anche tu che…cioè…insomma interessi anche a me!”…perfetto Alessia adesso aveva la piena convinzione che stesse sognando e così si fece più coraggio “Ok, adesso ho capito tutto…mi piacerebbe molto uscire con te, almeno qua posso! Quando e dove?” Luca sorrise, era davvero una ragazza stramba, all’inizio titubante e ora pienamente sicura di sé! “Per me va bene anche stasera, alla zona pub per le 23? Va bene?” “Certo, per me va bene! Non mi dare buca, almeno in questa realtà!”…Luca non capiva bene tutto quello di cui parlava Alessia, ma non le disse niente! Alessia attaccò il telefono e pensò “Che bel sogno! Spero solo che nessuno mi venga a svegliare”. Poi si rese conto che tutto era così realistico e sussultò…non stava sognando affatto…Presa dal panico iniziò a vagare per la casa, non sapeva a chi chiedere consiglio tra le sue amiche più care. Per sua fortuna squillò il telefono ed era proprio la sua carissima amica Jenny: “Oh, Alessia, ma hai il fiatone?” “Jenny, aiutami! Luca mi ha telefonato! Stasera ci dobbiamo vedere ai pub!” “Ma Luca Luca?” “Sì! Proprio lui! Pensa che era troppo bello che ho creduto davvero che stessi sognando, per cui non ero per niente in imbarazzo…ma ora me la sto facendo sotto!” “Ok, calma! Passo da te e vediamo cosa indosserai per il grande evento! Tranquilla, filerà tutto liscio!”. Alessia si precipitò a tirare fuori dal suo armadio tutto quello che le sembrava adatto a una serata con Luca, t-shirt, jeans, mini, pantaloncini, felpe, berretti, snickers, poi si buttò sul letto e, con aria sognante, immaginò quell’incontro su cui fantasticava da tanto ormai! Mentre era lì a sognare ad occhi aperti, suonò il campanello! Tornò infastidita alla realtà e andò ad aprire! Rimase un po’ sorpresa quando vide Michele dall’altra parte della porta! Era da tanto che non lo sentiva, da quando era finita la loro breve relazione non avevano avuto modo di frequentarsi neanche da amici. “Ciao Ale, posso entrare?”. Alessia era alquanto scossa da questo ospite inatteso, ma lo fece entrare comunque. Michele aveva capito che non era ben accetto così le spiegò subito il motivo della sua visita: “Scusa se ti piombo in casa così ma stanotte ho fatto un brutto sogno e volevo assolutamente vedere come stavi!” “Ma dai Michele, sei venuto fin qui per uno stupido sogno?”, Michele le prese la mano: “Beh, non parleresti così se avessi fatto questo sogno!”, Alessia si scostò da lui “Ok, adesso mi stai facendo paura!” “Ale, ti prego, stai attenta!” “Attenta, ma che dici?” “Ok, è meglio se senti cosa ho sognato! Ti prego!” “Ok, ma poi vai via che sto aspettando Jenny”. Sedettero tutti e due sul divano e Michele iniziò a raccontare: “Ero alla zona pub e ti ho vista in mezzo alla gente, come è successo qualche volta anche nella realtà!” Alessia al solo udire zona pub aveva iniziato a sudare freddo, voleva quasi bloccare il racconto, ma era molto curiosa di natura e così si trattenne e continuò ad ascoltare. “Mi sono avvicinato a te per salutarti e tu eri molto strana! Avevi uno sguardo spento ed eri in compagnia di certi ragazzi mai visti prima, tipo ultrà!” ecco adesso ad Alessia era venuta la pelle d’oca…Luca faceva parte proprio degli ultrà…decise che continuare ad ascoltare il sogno adesso era davvero importante! “Uno di questi ragazzi mi ha chiesto cosa volessi dalla sua ragazza, ti si è avvicinato, ti ha preso la testa tra le mani e ti ha dato un bacio in bocca. Tu eri del tutto passiva, sembravi un vegetale! Ho iniziato a chiederti che ti era successo, cosa ti avevano fatto e tu…tu mi hai sorriso e mi hai detto “Michele, ma tu lo sapevi già che sarebbe successo? Lo hai sognato no? E io nel sogno mi ricordavo che era una cosa che già avevo sognato e di cui ti avevo anche parlato…proprio come ora! Forse ho sbagliato, non dovevo venire a dirtelo…è tutto così strano!”. Alessia aveva una faccia terrorizzata “Michele adesso ho paura anche io, e il motivo è che stasera mi devo vedere alla zona pub con un ultrà!” Michele restò di sasso: “Cosa? Oh Ale, non vorrai mica andarci?”, Alessia rifletté un po’e poi rispose: “Ma sì! Dai ragioniamo! È stato solo un sogno, ora mi stavo facendo condizionare da te ma non ne vale la pena! A me quel ragazzo piace e se posso uscire con lui lo farò!” “Ok, ma il mio sogno non è ancora finito! Vuoi sapere come finisce?”…Alessia gli sorrise “No, non fa niente! Ora vai tranquillo a casa e stasera evita di venire alla zona pub! Non vorrei che il tuo sogno si realizzasse!” “Beh, Ale, mi dispiace per te…ma io lavoro al pub e stasera sarò proprio lì!” Alessia si rabbuiò, ma non lo diede a vedere “Ok, Michele, fai quello che vuoi, ma ora vai che Jenny sta per arrivare!”. Michele annuì e andò via!
Dopo solo cinque minuti suonò il citofono “Chi è?” “La tua personal manager!” “Sali, sali!”. Quando Jenny arrivò le raccontò tutto, la telefonata di Luca e poi la visita di Michele, il suo strano sogno, le sue paure. Jenny ascoltava tutto molto attentamente e poi rise “Certo che Michele ha un tempismo perfetto per farsi vivo, proprio oggi!” Alessia si tranquillizzò alla risata della sua amica “Quindi per te non dovrei preoccuparmi?” “No, è solo una stupidaggine!”. Dopo la scelta sull’abbigliamento, vale a dire una mini di jeans, una t-shirt rosa e una felpa grigia col cappuccio e le sue scarpe da ginnastica preferite, Alessia era pronta per la grande serata. Anche se continuava a dire dentro di sé che il sogno di Michele non significava niente, non riusciva a calmarsi.
Jenny era andata via e Alessia poco dopo uscì di casa, salì in macchina e si diresse in centro. Per fortuna un posto comodissimo era lì che l’aspettava. Era in anticipo e così decise di aspettare in macchina. Accese la radio, davano la sua canzone preferita “Fortuna che non era niente” di Alex Britti, e così iniziò a canticchiare…all’improvviso un’ombra si avvicinò al finestrino e bussò…Alessia sussultò e, quando si girò, vide che era Luca. Abbassò il finestrino “Ciao…mi hai fatto prendere un colpo!” “Scusa…è che ti ho vista e ho pensato di chiamarti. Andiamo o vuoi rimanere qui?” “Beh, a te andrebbe di stare in macchina?” “C’è qualche problema?” “A dire il vero sì, si tratta del mio ex…lavora ai pub e non mi va di subire scenate da lui!”. Luca sorrise, poi andò dall’altro lato e si fece aprire lo sportello, dopo di che salì. “Per me qui va benissimo, ma...avrei bisogno di una birra…la prendo anche a te?”. Alessia ripensò all’incubo di Michele e decise che era meglio evitare di bere “No, grazie, ti aspetto qui!”. Luca scese e si allontanò. Alessia era davvero confusa, Michele alla fine era riuscito a condizionarla. Dopo cinque minuti Luca tornò con due bottiglie di birra. Salì in macchina e rivolto ad Alessia le porse la birra “So che avevi detto di no, ma ne ho presa una se per caso ti veniva voglia!”…ecco adesso Alessia era sempre più convinta che il destino voleva giocare con lei. Prese la birra, ma l’appoggiò sul cruscotto, non aveva nessuna intenzione di bere. Luca la guardò negli occhi “Mi sembri tesa, spero non sia per colpa della birra!” “No, è sempre per via del mio ex…oggi pomeriggio è passato da me e la cosa mi ha turbato abbastanza!” “Beh, ma ora sei con me, puoi rilassarti…ho qualcosa per te, vedrai starai meglio!” e così tirò fuori dalla tasca due pillole “Una per te e una per me!”. Alessia adesso era terrorizzata “Io non mi drogo! Non hai capito niente di me!”. Luca la guardò sconvolto, poi con un tono offeso le rispose “Se è per questo neanche tu hai capito niente di me, e non capisco come faccio a piacerti se mi consideri un drogato!” poi le mostrò le pillole, e Alessia si rese conto che erano delle caramelle alla frutta. Adesso aveva capito la figuraccia che aveva fatto, e se avesse avuto Michele tra le mani lo avrebbe strozzato di sicuro! Voleva sprofondare, ma decise di raccontargli tutta la verità, di Michele e del suo stupido sogno. Luca, finite le spiegazioni, l’abbracciò e poi le diede un bacio sulla guancia, poi sull’altra guancia fino a che arrivò alla bocca, e la baciò…Alessia rispose al bacio, ma poi sentì un pizzico alla schiena e…perse i sensi.
Michele era lì che serviva ai tavoli, quando alzò la testa e restò di sasso…stava rivivendo la scena del sogno: Alessia era là, insieme a tutti quei ragazzi dell’incubo. Michele lasciò sul tavolo il vassoio che aveva in mano e si diresse verso Alessia. “Ale, ti prego dimmi che non è vero! Dimmi che non sta succedendo davvero!”. Luca con aria dura guardò negli occhi Michele “Che vuoi dalla mia ragazza?” poi prese tra le mani il viso di Alessia e la baciò. Alessia, del tutto stranita, si rivolse a Michele “Michele, sapevi che sarebbe successo, lo hai sognato, no?” e Michele ebbe paura, si disperò perché vedeva che non riusciva a cambiare il corso degli eventi…si sentì in colpa perché avrebbe dovuto raccontarle tutto il sogno, solo così forse lei sarebbe rimasta a casa. Michele d’istinto cercò di portare via Alessia, ma Luca lo bloccò “No, Michele, non mi fare inkazzare! Lei è il nostro giocattolino!”. Poi fece cenno ai suoi amici e si allontanarono con lei. Michele chiamò Jenny, era la prima persona che gli era venuta in mente “Jenny, dobbiamo salvare Alessia!” “Michele? Ma che stai dicendo?” “Jenny ti prego, se vuoi bene ad Alessia devi darmi retta! Ho sognato tutto quello che sta avvenendo, e se non vuoi che la tua amica faccia una brutta fine devi aiutarmi!” “Ancora con questo sogno?” “Te ne ha parlato? Meglio, così allora mi crederai…Alessia è stata drogata davvero, e ora l’hanno portata via, nel mio sogno era alla Fortezza…le faranno del male se non ci sbrighiamo…ti prego chiama tuo cugino, mandalo lassù! Io ci sto già andando! Ma rischio grosso…nel mio sogno morivo senza salvarla, aiutami!” Jenny con il telefono di casa stava già chiamando suo cugino poliziotto. “Michele mio cugino sta arrivando là! Mi raccomando fai attenzione!”. Jenny attaccò il telefono, ma decise di andare là anche lei!
Alessia si rese conto che qualcosa di brutto stava per accadere, si ricordò di Michele, del suo sogno, e della fine che non si era fatta raccontare e capì che un incubo non è mai a lieto fine! Luca era accanto a lei, guidava come un forsennato, e poi la guardò “Adesso io e i miei amici ci divertiamo un po’ con te!”. Sì, senza dubbio un incubo orribile! Ed era tutta colpa sua, doveva dar retta a Michele! Alessia decise di stare al gioco per riuscire a scappare, così mise una mano sulla gamba di Luca “Senti, capisco che l’amicizia è davvero importante ma che gusto c’è a dividermi con i tuoi amici? Potrei darti tante soddisfazioni…” e salì più su con la mano, suscitando in Luca una certa eccitazione. Luca accostò, Alessia si avvicinò alla sua faccia gli sorrise e gli sputò in un occhio, dopo di che aprì lo sportello e iniziò a scappare, ma qualsiasi cosa le era stata iniettata l’aveva privata delle sue forze e così dopo qualche metro si ritrovò faccia a terra…ma prima che Luca la raggiungesse si sentì prendere in braccio da qualcuno che le sussurrò “Andrà tutto bene, ci sono io qua!”. Alessia fece appena in tempo a vedere che Michele la stava portando in salvo, quando partì uno sparo e Michele urlò. Caddero a terra entrambi. Alessia capì che era arrivata la fine. Luca e i suoi amici si avvicinarono e la presero. La portarono in un luogo isolato e come bestie si approfittarono di lei, che impotente non riusciva neanche ad urlare. Jenny arrivò con suo cugino e quando videro Michele in un lago di sangue capirono che era troppo tardi. Jenny cominciò a chiamare a gran voce l’amica, ma non ricevette risposta. Poi sentì delle macchine andare via di corsa, andò da quel lato e trovò Alessia a terra, piena di lividi e ferite, la sua vita ormai era appesa ad un filo. Chiamarono un’ambulanza, ma appena arrivò i medici del 118 non poterono fare altro se non constatare il decesso dei due. Jenny era disperata, aveva spinto l’amica ad ignorare il sogno di Michele, ma lei sapeva chi erano i colpevoli e alla polizia disse tutto e Luca e i suoi amici furono arrestati.
Mentre Luca dormiva in quella cella fredda sentì uno strano suono, aprì gli occhi e vide Alessia accanto a lui “Quanto sei stupido! Hai rovinato la tua vita e quella dei tuoi amici per una “scopata” con me, quando mi avresti potuta avere comunque!” Luca, impaurito, si alzò dal letto e si avvicinò alla porta, ma Alessia era lì che lo aspettava “Luca, Luca, ormai hai fatto uno sbaglio e devi pagare!” e accanto ad Alessia apparve Michele, che sorrise a Luca. Questi terrorizzato iniziò ad urlare e a sbattere i pugni contro la porta “Aiuto, ci sono i fantasmi, aiuto! Vi prego!”. Alessia si avvicinò a Luca e gli mise una mano sul cuore “Qui dentro non c’è niente” poi gli toccò la testa “Per non parlare di quello che hai qui dentro! Hai ragione, come potevi piacermi…sei solo un mostro!”. Luca si sentì mancare e cadde a terra, stroncato da un infarto. Alessia e Michele si presero per mano e scomparvero nella notte.
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