I sogni influenzano ed esaltano la vita, ma non la definiscono.

I sogni sembrano reali fino a quando ci siamo dentro... Solo quando ci svegliamo, ci
rendiamo conto che c'era qualcosa di strano!
(Inception)

venerdì 27 luglio 2012

Una proposta per dire sì


Oltre al film P.s. I love you, c'è un altro film che ha contribuito ad accrescere la mia voglia di andare in Irlanda.
Il film in questione è Una proposta per dire sì, una commedia romantica del 2010, con Amy Adams e Matthew Goode
Avevo già apprezzato casualmente questo film, ma ieri lo hanno trasmesso in tv e così l'ho visto per la seconda volta.
C'è Anna, una ricca americana, che cerca di raggiungere il suo ragazzo a Dublino, per rispettare una tradizione locale secondo cui il 29 febbraio di ogni anno bisestile, una donna può fare la proposta di matrimonio ad un uomo. 


Le cose, tuttavia, non andranno lisce ed Anna si troverà a fare un viaggio avventuroso, attraverso i meravigliosi paesaggi irlandesi, in compagnia di Declan, uno sconosciuto che ha dimenticato del tutto le buone maniere.


Premetto che è un film che piacerà più alle femminucce che ai maschietti perché, si sa, noi femminucce siamo di animo più romantico, ma resta comunque un film divertente a priori, con diverse gag memorabili.

Ho trovato carini e spontanei entrambi i protagonisti ed il loro rapporto burrascoso mi ha colpita positivamente sin dall'inizio.
Per non parlare dei simpatici avventori del locale di Declan, che si trovano sempre in completo disaccordo sulle cose che portano male (o bene).

L'unica cosa che "punirei" del film è un po' il finale, fin troppo impossibile nella realtà, ma poi ho pensato che, almeno nei film...facciano le cose in grande! E che cavolo!


Protagonista alternativa è la valigia di Anna, chiamata Louis (è una Louis Vuitton), e farà parte delle allegre avventure di Anna e Declan.


Anna e Declan visiteranno anche le rovine di un castello, non so se esiste realmente, ma ho deciso che se mai riuscirò ad andare in Irlanda voglio andare lì.
Per concludere, consiglio questo film a chi ultimamente è deluso dalla propria vita ed ha voglia di sognare in santa pace, comodamente seduto in poltrona.

Ecco un assaggino dei paesaggi che mi hanno lasciata a bocca aperta:


 Ed ecco il trailer...

venerdì 20 luglio 2012

Luglio col bene che ti voglio, ma stai a esagera'...ahiahiai

Eccomi. 
Ogni tanto mi riaffaccio nella blogosfera, stavolta solo per un breve saluto a chi ha tanto tempo libero e ha tutta la mia invidia stima.
Qualcuno è spaparanzato al sole, qualcuno sta facendo delle nuotate pazzesche, cocktail a bordo piscina, trekking, escursioni, relax eccetera eccetera, io invece sto dando i numeri, ma non perché sono uscita di senno, quella è cosa risaputa, no, sto dando i numeri perché ogni giorno devo sgolarmi per controllare cifre insieme alla mia collega. 
Per restare in tema con il mio blog...SOGNO le ferie con tutta me stessa.
Buona estate a tutti voi!!!



martedì 10 luglio 2012

Alla ricerca delle chiavi perdute



E' tosta!
Sapevo che luglio si prospettava come un mese "caldo", ma avevo ragionato davvero come l'ottimista quale non sono. Luglio sta diventando un mese "bollente" e non parlo affatto delle alte temperature che comunque ci danno dentro per peggiorare la situazione, ma della mia situazione lavorativa.
Ma veniamo all'argomento per cui ho iniziato a scrivere questo post.
Nonostante le mille pratiche da terminare entro il 16 ed il 30 luglio (ahinoi, come faremo?), in questi  giorni c'è stato uno spiraglio di luce di cui voglio rendere partecipe chi passa da queste parti.
Non riguarda il lavoro, ma mi ha fatto bene all'umore.

Venerdì, tornando a casa per pranzo, mi rendo conto che non ho le chiavi dell'ufficio in borsa. La tasca dove le metto di solito è aperta. Oh cazz...
Telefono la mia collega per dirle di controllare sulla mia scrivania:
"No, non ci sono"
"Vedi sotto le carte"
"Visto, niente"
"E sotto le cartelline?"
"Sì, visto, niente"
"Sopra lo scanner"
"Niente"
"Portapenne"
"Niente"
"Ok, mi arrendo."
E così, sotto il sole bollente delle 14, rifaccio la strada a ritroso, con gli occhi puntati a terra. Se mi sono cadute 10 minuti fa devo trovarle per forza. Camminando, camminando giungo sotto il mio ufficio, sconsolata per non averle trovate, ma speranzosa che le mie chiavi possano ancora essere sulla mia scrivania.
Entro e rigiro tutto quello che c'è sulla mia scrivania, alzo anche pratiche piene di ragnatele che stanno lì da chissà quanto. Uffi, io voglio ritrovarle! Nulla da fare. Le chiavi non ci sono.
Mogia mogia me ne torno a casetta, sperando ancora che escano da qualche parte. Magari sono finite in un buco della borsa e così faccio una minuziosa operazione di perquisizione. Ma ancora nulla da fare.
Torno al lavoro nel pomeriggio. Passando davanti alla caserma dei carabinieri, ad un passo dal mio ufficio, rifletto tra me e me e, quando già ho girato l'angolo, torno indietro ed entro in caserma.
Provo ad aprire la porta, ma non va. Spingere? Tirare? No, semplicemente devono premere un pulsante dall'interno.  Uh, come la fanno complicata!
Il carabiniere di guardia, seduto alla scrivania, non si scompone di una virgola.
"Salve. Per caso vi hanno portato delle chiavi?"
"Che chiavi?"
-_-' "Chiavi di una porta"
"Che porta?"
"..."
"C'era un pupazzetto vicino?"
-_-' "No, c'era un disegno di una ragazzina con un nome, MELINDA"
Ed ecco che il signor carabiniere apre un cassetto, infila la mano e sento tutto un rumore di chiavi. Ma quanta gente perde le chiavi al giorno d'oggi?
Comunque delle mie chiavi nemmeno l'ombra.
Torno al lavoro triste e oramai senza speranza.
Ieri ne parlo con una mia collega, le dico che il carabiniere mi ha detto di andare all'ufficio oggetti smarriti del Comune. Ma dai!?! Ma figuriamoci se al giorno d'oggi...
La mia collega va via. Tempo 20 minuti squilla il telefono. E' la mia collega. Mi chiede se nel mio portachiavi c'è il mio nome. Sìììììì! 
"Le ho trovate! Sono all'ufficio oggetti smarriti".
Stento a credere alle mie orecchie.
Ma allora la gente buona esiste ancora!!!!!!!!!!!!

Con questo post ringrazio di cuore l'anima pia che ha trovato le mie chiavi a terra e si è scomodata di andare fino al Comune e colgo l'occasione per invitare chi legge a compiere simili gesti. 
A noi non costa niente, ma con poco potremmo fare felice qualcuno!

mercoledì 4 luglio 2012

Anna dei miracoli


Da quando è giunto anche dalle mie parti il digitale terrestre, ho ritrovato il gusto di guardare la tv. 
Qualche sera fa, ad esempio, mi sono imbattuta in un film davvero intenso, Anna dei miracoli (The miracle worker), un'opera del '62 diretta da Arthur Penn.
La storia è di una semplicità assoluta ed è ispirata alla storia vera di Hellen Keller.
Hellen è una ragazzina a cui la vita non ha sorriso: sin dalla prima infanzia, infatti, si è trovata a vivere in un mondo sordo e buio. I genitori, per compassione, la coccolano a tal punto da lasciarle fare qualsiasi cosa voglia. 
Un giorno, però, nella vita della famiglia Keller entra Annie Sullivan, una giovane tutrice con un passato tormentato, pronta ad aiutare Hellen nella sua disabilità: anche lei ha avuto problemi alla vista, tant'è che indossa degli occhiali scuri. 


Inizialmente l'impresa non sarà facile, Hellen si rifiuta di seguire le regole che Annie cerca di imporgli anche con una certa veemenza, scatenando l'ira del signor Keller.


Molto bella la scena in cui Hellen, durante un pranzo, si alza e, girando intorno al tavolo, inizia a rubacchiare del cibo dai piatti dei suoi familiari. Giunta al piatto di Annie, trova la via sbarrata: Annie non vuole permetterglielo e inizia una lotta. Dalla reazione dei familiari, Annie pensa che sia meglio vivere da sola con la piccola Hellen, per riuscire ad insegnarle qualcosa. La sua richiesta viene accettata, ma solamente per l'insistenza della signora Keller con suo marito.
E così inizia questo rapporto difficile. Annie cerca in tutti i modi di imporre ad Hellen il cucchiaio per mangiare, lottano, si scontrano, Hellen scappa ed Annie la riprende per la cinta e questo avviene per 10 minuti buoni, scatenando anche una certa ilarità nello spettatore. (Qui la scena)


Alla fine, casa distrutta, Annie a pezzi, ma soddisfatta: Hellen ha mangiato un boccone con il cucchiaio.
Con molta difficoltà, Annie guadagna pian pianino la sua fiducia,cerca di insegnarle a parlare solo con il tocco delle mani.


Nella parte iniziale in cui Hellen è ostile e scontrosa, il regista non le ha mai fatto un primo piano, ma, nel momento in cui inizia ad aprirsi, la vediamo da vicino e le vogliamo subito bene con quel suo viso dolce su cui si intravede un lieve sorriso.


Le due attrici,  si sono meritatamente guadagnate l'Oscar per questa interpretazione sublime: Anne Bancroft (Annie) come miglior attrice protagonista e Patty Duke (Hellen) come miglior attrice non protagonista.

 
Il finale è di quelli che lasciano a bocca aperta, che fanno sorridere e piangere per la commozione.
Sicuramente un film da non perdere, che nella sua semplicità riesce comunque a trasmettere un insegnamento profondo.


Ed ecco il trailer originale.